L'ondata di caldo è già finita?

Negli ultimi anni il mese di aprile ci ha abituato a picchi di calore anomali ma temporanei

L'ondata di caldo è già finita?

Dopo undici giorni consecutivi di aprile, il mese caratterizzato dal detto proverbiale “Aprile, ogni goccia un barile”, con temperature più prossime ai valori di fine giugno o inizio luglio (vedi immagine in basso), nel capoluogo sabaudo stamattina ci siamo risvegliati con un cielo coperto e la pioggia.

Verso mezzogiorno i valori termici, che negli ultimi giorni erano sempre stati largamente superiori ai 20 °C, invogliandoci ad un precoce cambio di vestiario, stazionano intorno ai 16 °C (vedi immagine in basso). Sulla bocca di molte persone aleggia la domanda: “l'estate è già finita?”.

In realtà, non è mai iniziata. Aprile è il mese centrale del trimestre primaverile, che per i meteorologi parte dal 1° marzo e termina il 31 maggio, e la primavera è da sempre la stagione caratterizzata da un'alternanza di fasi più fresche e più calde, più instabili e più stabili. Quest'anno l'esordio della primavera, nella città di Torino, ci ha riservato tre giorni consecutivi (dal 1° al 3 marzo) con precipitazioni nevose anche in centro città, un evento ormai raro anche in pieno inverno. In seguito le temperature si sono alzate, riportandosi verso aprile in prossimità dei valori medi normali per il periodo. Poi, da metà mese è iniziata una fase stabile e calda della primavera, caratterizzata da un'espansione anticiclonica di tipo estivo che ha fatto lievitare i valori termici, specialmente di giorno, sia per l'insolazione elevata che per l'effetto riscaldante dei moti verticali discendenti, dando l'impressione di essere già entrati nella stagione estiva con due mesi di anticipo. I valori notturni, pur se elevati per il periodo, sono invece rimasti più freschi, anche grazie al fatto che le notti sono ancora lunghe e hanno permesso un efficace raffrescamento degli strati bassi dell'atmosfera.

Ora si ritorna alla normalità. Le previsioni per i prossimi giorni (qui sopra) lasciano intravvedere temperature più in linea con il periodo, e quindi il termine della fase calda di questo scorcio di primavera.

In sostanza, questo mese di aprile ci ha fatto assaporare entrambi gli aspetti della stagione primaverile, stagione di transizione tra i rigori invernali prodotti dall'interazione con la circolazione legata alle depressioni originate dall'interazione tra l'aria polare o addirittura artica e quella subtropicale, e le calure estive, legate ad espansioni anticicloniche dalle Azzorre o dall'Africa. Etimologicamente primavera pare derivare da un'antica parola di origine indoeuropea avente il senso di ardente, splendente, ad indicare che la primavera è inizio splendore, nel cielo (la radiazione solare più intensa) e sulla terraferma, dove la vegetazione si risveglia con foglie verdi e fiori colorati.

L'ondata di caldo è già finita?

Ma la primavera non è caratterizzata soltanto da ondate di caldo, anche se negli ultimi anni specialmente aprile ci aveva abituato a ricorrenti ondate di calore anomalo, anche grazie all'inarrestabile global warming. Ad esempio, nel 1991, proprio nei giorni in cui quest'anno si rilevavano le prime temperature simil-estive, nord e centro Italia erano stati spazzati da aria gelida che aveva portato la neve fino in pianura (qui un mio ricordo di quanto accaduto in Piemonte, il 17 aprile, giornata indimenticabile per i meteoappassionati).

Molti anni prima, nel 1972, invece, la nevicata più tardiva della serie di misure di neve al suolo più lunga al mondo (quella bisecolare di Torino – vedi tutti i dettagli nel libro il clima di Torino) imbiancò la città addirittura il 25 aprile.

Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. O forse si: le ondate di caldo diventano sempre più frequenti ed intense. Ma questa è un'altra storia...



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