L’intelligenza artificiale di cui tanto si parla oggi non è vera intelligenza ma è solo la capacità del computer di raccogliere un enorme quantità di dati e di trovare le regolarità che esistono in questi dati. Questo non toglie che l’intelligenza artificiale ponga problemi seri agli esseri umani, ed è giusto discutere di questi problemi. Ma i veri problemi verranno fuori quando l’intelligenza artificiale diventerà un’intelligenza simile a quella umana.
I limiti dell'intelligenza senza corpo
Perché l’intelligenza artificiale di oggi è diversa da quella umana? Per varie ragioni. La prima è che gli esseri umani hanno un corpo: hanno i sensi (vista, udito, tatto, ecc.), il loro corpo è diviso in parti (dita, mani, braccia, gambe, faccia, testa, cervello), compiono azioni muovendo le diverse parti del corpo (prendere, spostare, camminare, parlare, esprimere espressioni con la faccia, ecc.), e con le loro azioni modificano l’ambiente esterno fino al punto che oggi gli esseri umani vivono in un ambiente quasi completamente fatto da loro. Avere un corpo è importante perché, come mostrano molte ricerche, l’intelligenza degli esseri umani riflette il loro corpo. Invece i computer non hanno un corpo. Sono cervelli senza corpo.
Anche il computer più intelligente sa parlare, ma non usare il linguaggio
Un’altra ragione che spiega perché l’intelligenza artificiale è diversa da quella umana è che gli esseri umani hanno il linguaggio, ed è il linguaggio che li rende così intelligenti. Pensare vuol dire parlare a sé stessi. Il linguaggio aiuta gli esseri umani a dividere la realtà in parti diverse e separate e a pensare cose nuove mettendo insieme queste parti in modo nuovo. Invece i computer il linguaggio non lo capiscono, anche se danno l’impressione di capirlo.
Trovano le regolarità presenti nel linguaggio - per esempio, trovano che in quello che dicono o scrivono gli esseri umani una certa parola compare sempre o molto spesso insieme a una certa altra parola - ma hanno difficoltà a collegare le parole con la realtà e a pensare cose nuove.
I computer non sanno essere sociali
Un’altra differenza tra l’intelligenza artificiale e quella umana è che l’intelligenza umana è dovuta al fatto che gli esseri umani sono animali molto sociali, e sono diventati così intelligenti perché sono sempre stati molto sociali. Un essere umano sa, o può sapere, non solo quello che sa lui ma anche quello che sanno gli altri. Può capire, di una cosa, non solo quello che capisce lui ma anche quello che capiscono gli altri.
Può avere non solo le idee che vengono in mente a lui ma anche quelle che vengono in mente agli altri. E un’idea che è venuta in mente a un essere umano può essere verificata non solo da lui ma anche da altri esseri umani. E poi, come tutti gli animali, gli esseri umani sono uno diverso dall’altro, e questa diversità fa sì che le intelligenze dei singoli individui non si sommino ma si moltiplichino tra loro.
I computer non hanno motivazioni
Ma forse la differenza più grande tra l’intelligenza artificiale e l’intelligenza umana è che gli esseri umani non sono soltanto intelligenti ma usano la loro intelligenza per soddisfare le loro motivazioni. Invece l’intelligenza artificiale non ha motivazioni perché è solo una tecnologia che serve a soddisfare le nostre motivazioni. Proprio per questo, costruire artefatti che siano come noi richiederebbe l’abolizione delle tre leggi di Asimov. Per essere veramente come noi, questi artefatti dovranno poter fare quello che vogliono loro, non quello che vogliamo noi.
Ma soprattuttio i computer non hanno emozioni
E poi c’è un’altra cosa. Avere le proprie motivazioni significa anche avere le proprie emozioni perché le emozioni sono stati del corpo (non solo del cervello ma anche del cuore, dei polmoni e del sistema digestivo) che aiutano a decidere quale motivazione cercare di soddisfare con il proprio comportamento - per esempio, la paura aiuta a evitare i pericoli, la gioia a cercare di avere qualcosa che per noi è molto importante. Perciò agli esseri umani toccherà di vivere con artefatti che sentono le emozioni come le sentono loro, e questo sarà un altro problema. Motivazioni e emozioni possono sembrare molto distanti dall’intelligenza ma non è così e, in ogni caso, l’intelligenza accompagnata da motivazioni e emozioni è diversa dall’intelligenza da sola.
Ma il vero problema è che costruire artefatti che sono come noi non porrà soltanto problemi specifici ma sarà anche inquietante perché questi artefatti ci faranno finalmente capire gli esseri umani nello stesso modo in cui la scienza capisce la natura, e dimostreranno che gli esseri umani sono soltanto natura.
Il filosofo greco Democrito diceva che “la verità sta nell’abisso”. Gli artefatti umani precipiteranno gli esseri umani nell’abisso.
di Domenico Parisi