Con oltre 36 milioni di persone infette, oltre un milione di morti all'anno e altrettante nuove infezioni, la pandemia da HIV-1 è tutt'ora una delle principali emergenze sanitarie mondiali. L'infezione da HIV-1, come è noto, causa l'AIDS, una sindrome mortale in pressoché la totalità dei casi, se l'infezione non viene trattata con i farmaci.
Le moderne terapie e i problemi
Grazie alle terapie oggi disponibili, è possibile impedire alla malattia di progredire allo stadio di AIDS conclamato, assicurando un'aspettativa di vita alle persone infette da HIV-1 pressoché identica agli individui sani. Ma ci sono dei problemi. La terapia va somministrata idealmente prima della comparsa dei sintomi. Questo è un problema perché l'infezione da HIV-1 è asintomatica per molti anni e solo la consapevolezza di un possibile rischio può portare la persona ad eseguire un test diagnostico.
Le terapie efficaci sono costose e pienamente accessibili solo nei paesi ricchi, ma la maggior parte delle persone infette, che vive in paesi poveri, ha un accesso limitato alle migliori opzioni terapeutiche. La terapia non guarisce, nel senso che la persona rimane infetta per tutta la vita e quindi per tutta la vita deve assumere i farmaci. Inoltre, HIV-1 cambia le sua caratteristiche genetiche nel tempo, per cui può diventare resistente alla terapia. Infine, senza un vaccino efficace, fermare l'infezione è molto difficile, dato che la trasmissione avviene principalmente per via sessuale e in molti contesti è culturalmente difficile implementare misure di protezione individuali come l'uso dei preservativi o delle creme microbicide.
La ricerca di un vaccino
La ricerca di un vaccino va avanti da oltre vent'anni ma con pochi risultati. Il problema principale risiede nell'elevata variabilità genetica di HIV-1, in conseguenza della quale le proteine virali cambiano struttura nel tempo e non vengono più riconosciute con efficacia dal sistema immunitario, in particolare dai nostri anticorpi.
E proprio dagli anticorpi, forse, arriva una nuova eccitante speranza per lo sviluppo di terapie immunologiche. Durante l'infezione, i pazienti producono molti anticorpi contro il virus, ma solo pochi sono in grado di mantenere la loro efficacia nel tempo. Inoltre, nel mondo circolano decine di varianti genetiche di HIV-1, ciascuna riconosciuta da anticorpi specifici, per cui un vaccino idealmente dovrebbe essere in grado di colpirle tutte. Negli ultimi anni, grazie alle nuove tecniche di biologia molecolare sono stati isolati da pazienti anticorpi molto efficaci, ma solo contro specifici ceppi virali. Da qui l'idea perseguita dal team guidato da Gary Nabel della compagnia farmaceutica Sanofi in collaborazione con università americane, di combinare grazie all'ingegneria genetica le specificità di tre anticorpi molto attivi contro diversi ceppi virali. Il risultato è un anticorpo tri-specifico, in grado di neutralizzare virtualmente tutti i principali ceppi di HIV-1 circolanti.
Prove in modelli animali hanno confermato la loro capacità di conferire protezione contro l'infezione e i primi trial clinici sull'uomo sono in programma per il 2018.
Cosa fanno gli anticorpi
Questi anticorpi sono in grado di legarsi a tre diverse porzioni altamente conservate delle proteine esterne gp41 e gp120 del virus HIV-1, quelle responsabili dell'attacco ed ingresso del virus nella cellula. Gli anticorpi sono proteine, che quindi vengono prodotte dalle cellule a partire dai rispettivi geni. Usando un approccio "taglia-e-cuci", i ricercatori hanno unito insieme le porzioni corrispondenti ai domini specifici di legame dei tre anticorpi, ottenendo un'unica proteina dotata di triplice attività. Colpire tre bersagli contemporaneamente abbassa drammaticamente la possibilità del virus di diventare resistente attraverso mutazioni, anche perché le regioni legate dagli anticorpi sono essenziali al virus e non tollerano molti cambiamenti genetici.
Questi anticorpi potranno trovare impiego un due contesti: immunizzazione passiva, in grado di proteggere per lungo tempo una persona sana dal rischio di infezione, e immunoterapia nei pazienti infetti, consentendo al sistema immunitario di controllare l'infezione idealmente senza dover assumere farmaci. Inoltre, la strategia di ingegneria genetica utilizzata, può essere applicata anche ad altre malattie, incluso il cancro, per produrre anticorpi polivalenti ad elevata efficacia.
Fonte: L. Xu et al., Trispecific broadly neutralising antibodies mediate potent SHIV protection in macaques. Science 10.1126/science.aan8630 (2017)