La grande sfida di Industria 4.0 pone i “produttori di conoscenza” dinnanzi a un bivio significativo, quello tra l’avanzamento della conoscenza stessa, da una parte, e la necessità d’applicarla, dall’altra. Gli indicatori bibliometrici hanno una forte influenza sui ranking internazionali, ma da soli non bastano più: si va verso una nuova concezione di Trasferimento Tecnologico.
I Centri di Competenza che verranno finanziati attraverso i nuovi bandi, mettendo a disposizione delle PMI tutte le competenze disponibili a utilizzare le tecnologie abilitanti e a contribuire allo sviluppo tecnologico, saranno indirizzati senza dubbio verso questo secondo percorso, quello del Trasferimento Tecnologico. La Scuola Superiore Sant’Anna, che ha già lanciato la sua candidatura, segue Pasteur: “Non esiste la scienza applicata, esistono solo le applicazioni della scienza”, ovvero quelle che consentono sia l’avanzamento della conoscenza che l’applicazione “use inspired research” (da Pasteur's Quadrant: Basic Science and Technological Innovation, Stokes, Donald E., 1997, Brookings Institution Press). E lo fa in ottica “bio” ovvero innanzitutto human centred e con attenzione all’ambiente, una tra le cui declinazioni si applicherà alle concezioni dell’Economia Circolare.
L'esempio di Livorno
A Scapigliato, in provincia di Livorno, sorgerà il primo Polo di Bio-Automazione, ad opera dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna e in particolare dell’ICRA Pioneer Award in Robotics Paolo Dario, il suo direttore, dove Robotica intelligente, ambienti di co-working tra uomini e robot e tecnologie per il trattamento fisico e chimico di valorizzazione dei materiali (non escludendo la possibilità di attività “creative” per il loro riutilizzo) applicheranno il “bio” al Design for Recycling/Reuse e al Design for Disassembly.
I vari tipi di intervento terranno a comun denominatore sia l’aspetto “eco” sia l’aspetto della progettazione (“eco-design”) per i prodotti, per i processi di produzione e per le reti (supply chain), sia infine elementi di Ergonomia e in particolare lo studio e la valutazione degli aspetti bio-ingegneristici nel lavoro umano, usando i recenti forti progressi nella Robotica intelligente e nell’automazione per Smart Disassembly and Recycling allo scopo di creare un nuovo manufacturing con forte attenzione sull’uomo e sull’ambiente.
L'economia circolare come valore
La “Fabbrica del futuro” o Research Factory può avere una significativa applicazione sui temi dell’Economia Circolare utilizzando avanzati sistemi di disassembling e recupero, classificazione e pre-trattamento, e in generale di Bio-Automazione, con un massiccio utilizzo di tecnologie robotiche, di Intelligenza Artificiale, Informatiche, della Logistica, del monitoraggio ambientale, dell’efficienza energetica e dell’utilizzo virtuoso dei materiali recuperati, che creino procedure standard di utilizzo di tecniche innovative per lo smontaggio e la successiva valorizzazione di prodotti e oggetti di uso comune giunti al termine del loro utilizzo: una vera e propria “Fabbrica per lo Smontaggio” speculare a quelle tradizionali per l’assemblaggio, che sostanzialmente presupponga nuovi metodi di costruzione che già includano nei processi di realizzazione quelli successivi di smontaggio al termine della vite utile.
La fabbrica di smontaggio
Si tratta di un ciclo Assembly/Disassembly, che non è altro che un circolo virtuoso che agisce nell’ambito dell’Economia Circolare per mezzo di un nuovo processo industriale, quello del Disassembly Automation. Un ciclo che nel primo Polo di Bio-Automazione al mondo, lungo la costa toscana, si potrà tradurre in un riferimento per le aziende di tutto il mondo, una sorta di “Industria 4.0 per il Disassembling”.
Quello dell’Economia Circolare è ormai un ambito che comunque non riguarda solo la sfera tecnologica ma richiede una consapevolezza condivisa su temi legati agli impatti ambientali, all’economia, alla salute, che sono strettamente collegati e prevedono significative attività di informazione e divulgazione, anche attraverso percorsi di animazione territoriale, verso tutti gli attori della filiera, sensibilizzando la comunità e i portatori di interesse sugli aspetti correlati a ciascuno dei passaggi dell’Economia Circolare, dalla scelta dei materiali alle soluzioni tecnologiche, e in generale per diffondere e promuovere i temi della prevenzione e della riduzione dei rifiuti. Pertanto esso comporta anche un grande lavoro sul piano politico, richiedendo linee guida per strategie integrate di Economia Circolare anche a livello locale e regionale, e più in generale ‘buone pratiche di Economia Circolare’.
Il Trasferimento Tecnologico sul piano dello Sviluppo Locale nell’ambito dell’Economia Circolare riguarda diversi aspetti: formazione specifica (giovani, imprenditori, ecc.) per lavorare sull’eco-progettazione, sull’efficientamento dei processi produttivi, sul trading delle materie e su tutto ciò che rappresenti una nuova sfida per il futuro a cui dare una base di conoscenza; sperimentazione di modelli di sviluppo territoriale basati sull’innovazione sociale in un approccio da “Città Collaborativa” (o, per brevità, “CO- Città”) basato sul modello di co-governance urbana a tre livelli: condivisione, collaborazione e policentricità (Iaione, 2016; Iaione e Cannavò, 2015).
I cittadini preparati e impegnati
Si tratta di un modello che fa riferimento da una parte a un’architettura abitata da “science-citizens”: oltre che consapevoli, tutti i cittadini saranno anche preparati e impegnati, più che a un cambiamento dei modelli di consumo, soprattutto a stili di consumo più evoluti, con maggiori livelli di soddisfazione per il consumatore, che provengono da una riprogettazione della catena logistica, al contempo garantendo la sostenibilità ambientale a lungo termine grazie all’uso della Robotica intelligente quale strumento che permette di rendere sostenibile la crescita economica e di ridurre l'impatto ambientale in modo drastico.
Dall’altra parte, e partendo dal presupposto che è proprio la tecnologia di oggi e di domani che rende pratico e realizzabile un sistema di Economia Circolare abbattendo i costi del 'de-manufacturing', si potrebbe immaginare un sistema “citizens-science” mediante piattaforme di open science, web learning, uso di social network ecc. che stimoli conoscenza in modo efficace e anche capacità di mentalità critica nei cittadini di ogni fascia di età e sociale, dall'asilo alla pensione, in una logica di educazione e ri-educazione permanente al pensiero consapevole su temi di pubblica utilità.