I ragazzi iniziano a pensare al fatidico esame di maturità già dall'inizio dell'anno, caricandolo di ansie e preoccupazioni che a volte fanno venire delle vere e proprie crisi di nervi o di panico, soprattutto nel giorno prima dell'esame. Sale la paura di non essere in grado di svolgere il tema o la prova di indirizzo, di dimenticarsi tutto, di avere il blocco dello scrittore o di non essere sufficientemente concentrati sulla prova. Si temono i professori e i commissari e a tutto questo si aggiunge il pensiero di deludere i genitori.
Immaturi per affrontare una prova di maturità
In effetti la parola “maturità” racchiude nel suo significato la capacità e le competenze nel ponderare e nel prendere decisioni autonomamente, assumersi responsabilità delle conseguenze delle scelte e delle loro azioni. Si sentono ancora troppo “piccoli”, immaturi, per poter prendere decisioni sul loro futuro e i genitori, in questo, non sono decisamente maturi, li accompagnerebbero con il biberon in mano fino al giorno dell'esame.
I genitori più agitati dei figli
Tante volte, sono i genitori stessi ad essere più in agitazione dei figli, come se dovessero affrontare l’esame in prima persona: se da un lato è comprensibile, dall’altro è molto importante che riescano a gestire e a contenere le proprie ansie per evitare di generare ancora più stress e tensione nei figli che già sono alle prese con la gestione delle mix di emozioni contrastanti.
Finita la prova è il momento in cui i ragazzi si confrontano con se stessi, con i compagni e con la rete. É la fase in cui si sentono più in conflitto perché emergono le paure di aver sbagliato, di non aver fatto abbastanza, le ansie che si poteva fare meglio e le insicurezze che il compito possa essere andato male. Si cercano disperatamente conferme, è normale, ma tutto questo tumulto di emozioni va anche gestito e messo da parte perché il giorno dopo si deve affrontare la seconda prova e non si può arrivare scoraggiati, delusi e demoralizzati perché altrimenti si rischia di partire con il piede sbagliato o sconfitti in partenza. La prova ormai è stata svolta e quindi è inutile sprecare energie che servono il giorno dopo e nel ripasso pomeridiano. Non serve a nulla piangere sul latte versato ma ci si deve rimboccare le maniche e cercare di fare il massino il giorno dopo.
Il ruolo dei genitori
I genitori in questo ricoprono un ruolo fondamentale, devono essere un aiuto è un supporto e, almeno nei giorni dell'esame mettere in secondo piano le proprie ansie e calarsi nei panni del figlio. Il genitore deve essere un sostegno e non un peso. Quando il figlio finisce l'esame viene assalito dalle insicurezze e dai dubbi. Deve scaricare la tensione, ha ancora l'adrenalina in circolo e non ha bisogno di essere invaso anche dalle ansie del genitore che vuole sapere a tutti i costi che traccia ha scelto, come é andata, cosa ha scritto ecc... Salvo che non siano loro a chiamare e a confrontarsi con il genitore, hanno bisogno del loro spazio di rielaborazione. Quindi evitare i bombardamenti di domande e apertura al dialogo. Hanno bisogno di parlare, di raccontare, di tirare fuori. I loro racconti vanno filtrati perché in quel momento vedranno tutto più negativo rispetto a quello che é realmente, salvo che non sia uscita la traccia desiderata e allora il problema non sussiste. Significa che anche l'adulto deve filtrare ciò che dice il figlio senza farsi venire troppe ansie in merito al reale andamento della prova.
Cosa evitare dopo l'esame scritto
Sono da evitare anche commenti personali e critiche sul compito, con frasi del tipo “perché non hai fatto l’altra prova?”, “potevi fare quella”, “gli altri, cosa hanno scelto?”, “quanto hai scritto?”, “perché non hai consegnato alla fine?”, “potevi rileggere meglio”. Ci si deve sintonizzare sull'esame del figlio, senza guardare l'erba del vicino.
La prima prova é andata e quindi, un padre ed una madre, devono caricare i figli per la seconda. É molto importante anche cercare di non fargli arrivare il messaggio che si tiene particolarmente all'esito per evitare di fargli sentire il peso di poter deludere le aspettative del genitore. Bisogna fargli capire che l'esito dell'esame non è un giudizio sulla persona e non precluderà il futuro e mandargli un messaggio positivo, di non perdere mai perdere le speranze e soprattutto, non smettere mai di credere in se stessi e nelle proprie capacità.