La Toscana, riconosciuta antesignana dell’iniziativa "Smart Regions with Smart Robots", che si è tenuta a Bruxelles lo scorso 10 maggio (unica regione italiana a partecipare), ha in questa sede confermato la sua disponibilità a ospitare uno dei nodi europei definiti ‘Digital Innovation Hub in Robotics’, promuovendo la sua partecipazione.
Gli esperti vedono nell’innovazione digitale un elemento imprescindibile dalla creazione di nuovi posti di lavoro e la Comunità Europea, sostenuta fortemente dal Comitato europeo delle Regioni, sta sviluppando una rete di centri di innovazione digitale che coinvolgerà più partner che collaborano per fornire alle aziende l'accesso alle tecnologie e alle competenze digitali nelle rispettive regioni.
I Digital Innovation Hub (DIH) in Robotics europei nascono per supportare la trasformazione digitale delle imprese facendo leva sulla robotica: essi si collegano a quelli italiani del Piano nazionale di Industria 4.0 dedicati a formazione avanzata su tecnologie e soluzioni specifiche per i settori di competenza, e al consolidamento e coordinamento delle strutture di trasformazione digitale e dei centri di trasferimento tecnologico, affiancandosi ai Centri di Competenza italiani dedicati all’alta formazione e ai progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale. Ma con una caratteristica: quella di essere stimolati “dal basso”, dai territori, per sostenere la vera sfida della competitività di Industria 4.0 che ha il suo focus su Pmi, innovazione e, appunto, territori.
I DIH sono stati pensati per aiutare le imprese a riprogettare in chiave digitale il modello di business, ridisegnare il sistema produttivo e ripensare l'azienda, in accordo con le caratteristiche dei territori e degli stili di vita allo scopo di stimolarne la crescita e valorizzarne le qualità. La Toscana ha già da tempo avviato un percorso sulle Smart Specialisation, una strategia di “specializzazione intelligente" (denominata Research and Innovation Strategies for Smart Specialisation - RIS3) che Stati Membri e Regioni sono chiamati ad adottare, in ottemperanza alle previsioni dei regolamenti dell'Unione europea, individuando i domini tecnologici prioritari per le politiche regionali e la programmazione dei fondi strutturali e di investimento europei.
La Toscana in particolare punta sulla combinazione di industria, educazione e innovazione, nell’ambito della quale la robotica è in questa regione considerata una delle priorità tecnologiche. Soprattutto per quel che riguarda la cosiddetta Fabbrica intelligente, a cui fanno riferimento le tecnologie legate all'automazione, alla meccatronica e alla robotica.
La disponibilità della Toscana a ospitare il primo DIH europeo in Robotics nasce dalla conferma di un prossimo specifico bando europeo tra ottobre e novembre prossimi, a riprova della centralità della robotica nei processi di innovazione e sviluppo dei territori. Per sostenerne lo sviluppo, in tutto sono stanziati 500 milioni di euro dal programma di ricerca e innovazione Horizon 2020. La Commissione vuole che ogni regione abbia un DIH, attraverso il quale le imprese, principalmente piccole e medie, ma anche start-up e istituzioni di ricerca e istruzione potranno confrontarsi per sviluppare nuove competenze in ambito robotico per il Digitale, e basarsi su di esse per promuovere l'innovazione.
La "specializzazione intelligente delle regioni" è un primo passo non solo per attrarre investimenti e stimolare l'imprenditorialità nei settori più competitivi, creando posti di lavoro, ma anche per coinvolgere aziende, autorità locali e nuovi utenti e portatori di interesse dal “basso”, ovvero dai piccoli centri che possono avere tutte le potenzialità e capacità di realizzare la “città ideale” del Rinascimento nelle cosiddette “smart cities” o addirittura smart villages, di cui per gran parte è composto il nostro tessuto (e d’altronde perfino in tempi non sospetti già Jean-Jacques Rousseau invitava: "La vita in città è difficile... dobbiamo tornare nei villaggi, ripensare e ridefinire l'umanità").
Non solo le grandi metropoli, quindi: uno sviluppo territoriale equilibrato ha bisogno di mantener vive le piccole città rendendole territori elettivi per sperimentare come adattarsi ai cambiamenti e cogliere le sfide. La prima è senza dubbio quella della robotica che, insieme all’intelligenza artificiale, comprende tecnologie che possono essere rivoluzionarie e su cui davvero basare politiche strategiche di sviluppo.
Non a caso, Maria Chiara Carrozza, docente di biorobotica alla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e deputata, ha recentemente discusso alla Camera la mozione su Robotica e Intelligenza Artificiale, approvata poi all’unanimità, per realizzare un altro modo di pensare la robotica, come strumento per un welfare innovativo accessibile a tutti, definendo una strategia che affronti con una visione globale il tema della robotica e del lavoro, per garantire un impatto sostenibile ed equo, con un investimento adeguato in formazione e ricerca e sulla sicurezza.
Per questo motivo è anche contraria alla tassa sui robot che definisce "demagogia" e "strumento autolesionistico", oltre che ostativa allo sviluppo di un settore che può fare la differenza nella crescita di competitività del paese. E che, secondo la parlamentare, “non porterà ad una perdita secca di posti di lavoro in tutti i settori, ma, secondo un recente studio dell'International Federation of Robotics, solo alla sostituzione dello sforzo fisico e limitatamente al 10% dei mestieri".