Si ritorna a parlare di vaccini, in questo caso di quello contro il virus del papilloma umano HPV, che è scientificamente provato al di là di ogni dubbio proteggere dai diversi tipi di tumore causati da HPV, tra cui il principale è quello del collo dell'utero (ma anche della vagina, del pene e del cavo orofaringeo). La cosa triste è che non se ne parla per sottolinearne l'importanza per combattere un tumore che ancora oggi uccide migliaia di donne nel mondo (450 ogni anno solo in Italia), ma piuttosto per generare dubbi sulla sua efficacia, tracciando scenari da dietrologia di basso livello che purtroppo non hanno nessun fondamento scientifico.
Un'arma 'impugnata' da 50 Paesi nel mondo
Del resto non si capirebbe come mai la vaccinazione contro HPV sia fortemente raccomandata dall'OMS, che non è un'associazione a delinquere, o perché oltre 50 nazioni nel Mondo (26 stati su 31 nell'Unione Europea), abbiano introdotto la vaccinazione nei loro piani vaccinali nazionali.
A chi si rivolge il vaccino e quali sono le reazioni avverse
In Italia la vaccinazione contro HPV dal 2007 è offerta gratuitamente alle ragazze di 12 anni e con il nuovo Piano Nazionale lo sarà anche ai maschi. I tassi di reazioni avverse segnalate sono nell'ordine di 2-3 ogni 10.000 dosi (dati AIFA). Stiamo parlando di cefalea, febbre, nausea, eruzione cutanea. Reazioni più serie come febbre alta, nausea e vomito sono segnalate in media in 1 caso su 100.000 dosi (dati AIFA). Ma le reazioni segnalate NON sono assolutamente automaticamente ascrivibili alla vaccinazione. Si tratta di eventi temporalmente collegati, ma spesso senza nesso causale. A fronte di questi dati, c'è l'efficacia che è stata dimostrata dopo la somministrazione di milioni di dosi essere tra il 98% e il 100% nel prevenire le infezioni dei sierotipi associati alle manifestazioni più gravi, incluso il tumore.
"Le evidenti falsità" di Report
Per smentire le evidenti falsità della trasmissione televisiva basta poco. Ad esempio leggere i rapporti sulla sorveglianza dei vaccini dell'AIFA, gratuitamente e pubblicamente scaricabili da chi abbia 5 minuti di tempo per fare una ricerca sul web. Quello che rattrista è che si debba farlo.