Le lancette del tempo indietro di qualche anno, rispettando la naturalezza dei tratti del viso: è questo in sintesi quello che i pazienti vogliono dalla chirurgia estetica. Per questa ragione negli ultimi anni si parla sempre di più di “chirurgia ibrida del volto”, che, attraverso la sapiente fusione di tecniche chirurgiche tradizionali e moderne, è ormai uno degli interventi più richiesti dalle pazienti.
Questa nuova chirurgia nasce dall’associazione delle tecniche chirurgiche del ringiovanimento del volto standardizzate, come il mini-lifting, il lifting medio-facciale e il lifting cervico- facciale, con la chirurgia rigenerativa, in particolare con l’autotrapianto di tessuto adiposo arricchito con fattori di crescita.
Come funziona la chirugia ibrida del volto
Nel dettaglio, dopo aver effettuato il lifting “classico” per riposizionare i tessuti molli, si riempiono i compartimenti adiposi del volto con il lipofilling, come ad esempio quello periorbitario, zigomatico e quello genieno. Generalmente il tessuto adiposo, prelevato dall’addome o dalle cosce del paziente, viene reinserito nel volto arricchito con il platelet rich plasma (P.R.P), un concentrato di piastrine contenente fattori di crescita che permette di avere risultati migliori con un minor tasso di riassorbimento nel tempo.
Questa nuova filosofia di approccio chirurgico è stata sintetizzata dagli americani come “Lift and Fill theory”, dove “Lift” sta per riposizionamento delle strutture mentre “Fill” è il riempimento con il tessuto adiposo. È una chirurgia all’avanguardia che rispetta al massimo le caratteristiche del volto dei pazienti e ne rivalorizza i tratti somatici, andando anche a ripristinare i volumi che il tempo e la forza di gravità hanno rovinato, per ottenere risultati armonici e naturali. La parola d’ordine non è “stravolgere”, bensì “rimodellare”.