Stephen Hawking circa 1 anno fa ha inaugurato un dibattito catastrofista sulla robotica. E’ necessario dire senza ambiguità che la questione così come è posta dal geniale astrofisico è però scientificamente insostenibile. La capacità tecnologica che ci permette di raddoppiare ogni 18 mesi il numero di transistor nei circuiti integrati, rendendo i nostri computer sempre più potenti, non è un trend pericoloso che porterà a macchine autonome con una propria coscienza che sopraffaranno il genere umano, ma semplicemente a una manifattura industriale costantemente ottimizzata.
Come scienziati, il passaggio fondamentale che stiamo affrontando è quello di dotare di un corpo fisico la tecnologia digitale (per intenderci quella degli smartphone), in modo che questa possa interagire nel mondo, per aiutare l’uomo. Questo porterà in primo luogo alla realizzazione di un ecosistema robotico in grado di aiutare l’uomo in molteplici attività domestiche e professionali, quali la domotica, robot aspirapolvere e giardinieri, macchine da automazione industriale, automobili senza conducente, esoscheletri, robot per il lavoro negli ambienti ostili.
Cosa ci aspetta nell'immediato futuro
Nei prossimi 10 anni si attualizzerà la prima generazione di robot umanoidi compagni in grado di aiutarci in casa, negli ospedali, di fare baby sitting e assistenza gli anziani. E ancora di parlare e comprendere ordini vocali e gestuali, di interagire con noi nell’ambiente domestico e di lavoro. Già nell’immediato futuro avremo la possibilità di interconnettere al corpo umano protesi ed esoscheletri, per aiutare chi ha perso la mobilità. In questa sfida l’Europa e l’Italia con iCub – la più diffusa comunità di robot umanoidi al mondo, sviluppata in modalità open source come patrimonio della comunità scientifica e dell’intera umanità – è all’avanguardia in questo settore.
Una tecnologia che ci vede competere alla pari con USA e Giappone per definire i prossimi standard della tecnologia che utilizzeremo a livello globale, nello stesso modo in cui lo hanno fatto negli ultimi decenni i colossi della Silicon Valley.
L'invecchiamento della popolazione europea
Nel 2060 in Europa un terzo degli europei sarà più che sessantacinquenne, contro l’attuale 18%. Il rapporto fra cittadini lavoratori (fra i 19 e i 65 anni) e i cittadini non attivi e pensionati (oltre i 65 anni) salirà dall’attuale 26% ad oltre il 50% nel 2060. In questo scenario i Robot saranno una tecnologia indispensabile.
Si tratta di una sfida tecnologica senza precedenti. Una straordinaria opportunità sociale che richiede un eccezionale sforzo scientifico interdisciplinare. Se questo è il futuro, il presente ha ben altri limiti: oggi il robot è innanzitutto un concentrato meccatronico di ingranaggi, motori, elettronica e sensori che imita alcune capacità dell’uomo. Per muoversi come noi richiede potenze elettriche molto elevate e complessità meccaniche enormi.
Per avere capacità cognitive come le nostre richiede supercomputer grandi come una casa e potenze elettriche paragonabili a quelle di una città. Troppo in confronto all’uomo che con qualche centinaio di calorie di un pezzo di cioccolata alimenta il suo sofisticatissimo organismo capace di
- correre i 100 metri in meno di 10 secondi,
- di saltare oltre la quota di 2.40 metri,
- di parare un pallone che arriva in porta a 120 km/h da 15 metri di distanza.
O anche di parlare più lingue , di pensare, decidere e fare con un cervello che dopo 3 miliardi di anni di evoluzione è arrivato a fare tutto con meno di 40 Watt. Circa la metà di un PC portatile.