Sviluppare un vaccino contro un virus è un processo complicato e spesso frustrante. Il primo passo è identificare gli antigeni giusti, ovvero quelle proteine, o porzioni di esse, del virus in grado di indurre una risposta immunitaria robusta. Il secondo passo è trovare il modo di somministrarle in maniera che il soggetto vaccinato sviluppi l'immunità. Infatti, non sempre è sufficiente inoculare semplicemente gli antigeni per avere una risposta immune paragonabile a quella che si sviluppa durante l'infezione.
Una strategia allo studio da tempo è l'utilizzo di virus "addomesticati" che veicolino i geni in grado di esprimere gli antigeni giusti, all'interno delle cellule dell'organismo, potenziando così la risposta immunitaria. Ma anche questo approccio non è scevro da problemi, il maggiore dei quali è trovare il vettore virale "giusto", ovvero in grado di assicurare una robusta produzione degli antigeni desiderati, senza causare patologie e senza dare altri effetti collaterali. Spesso, poi, il vettore che funziona per una certa combinazione di antigeni, e quindi per vaccinare contro un determinato virus, non funziona per altri patogeni virali.
Una ditta biotecnologica americana, la GeoVax, apparentemente ha messo a punto un sistema flessibile per la produzione di vaccini contro diverse malattie virali, a partire da uno stesso vettore. Gli inventori lo hanno definito un sistema "plug & play", per analogia con le periferiche dei computer che una volta collegate sono subito pronte all'uso senza necessità di configurazione. Il metodo della GeoVax si basa su di un virus modificato dei polli: il Modified Vaccinia Ankara virus (MVA). Questo virus è in grado di replicarsi nelle cellule di uccello, consentendone la produzione massiva, ma è del tutto incapace di proliferare nell'ospite mammifero, garantendo così la sicurezza.
L'involucro del virus MVA è in grado di penetrare nelle cellule umane, ma non dà inizio a nessun processo infettivo. Al suo interno possono così essere inseriti i geni per gli antigeni desiderati che, una volta all'interno della cellula umana, vengono usati per sintetizzare le proteine corrispondenti che sono poi in grado di indurre la risposta immunitaria. Il virus MVA, insomma fornisce la "carrozzeria", in cui vengono inseriti gli opportuni "motori", a seconda del virus contro cui si voglia vaccinare.
La GeoVax ha presentato nell'ultimo congresso della Società Americana di Microbiologia, studi di efficacia su modelli animali che dimostrano come tre vaccini, rispettivamente contro i virus Ebola, Zika e della febbre emorragica di Lassa, prodotti con questa tecnologia, sono stati in grado di indurre una protezione completa degli animali dall'infezione.
Questa piattaforma potrà essere utilizzata per lo sviluppo di vaccini contro patologie anche non virali come la malaria e i tumori. Trials clinici nell'uomo per alcuni vaccini virali della GeoVax sono in programma a breve.