Perché quest’anno a San Valentino festeggiamo anche la ricerca sulle malattie del cuore
Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte. Eppure gli investimenti per i ricercatori sono in calo.

Tutti gli scienziati quando scoprono una verità provano una forte emozione, anche se non è da Premio Nobel. Per quanto le loro appassionate ricerche possano sembrare lontane da una immediata comprensione, i ricercatori sono emotivamente coinvolti durante la scoperta e la verifica di un’esistenza, precedentemente non nota.
Da questo punto di vista, gli scienziati non sono molto diversi dagli artisti, perché quello che fanno è legato alla vita, profondamente. Ogni scoperta, quindi, conserva sempre l’emozione suscitata nel suo ricercatore, anche se questa non raggiunge lo stupore delle masse.
Tutti sanno, nonostante tutto, che quello che rende grande una scoperta rispetto ad altre è la sua finalità. Ciò sembrerebbe non valere più per le cardioscienze, volte a prevenire e curare le malattie cardiovascolari che sono la prima causa di morte e malessere della popolazione mondiale, e continueranno ad esserlo almeno nei prossimi 10 anni.
Sebbene l’infarto acuto del miocardio continui a sorprendere alla spalle i pazienti a rischio sottoposti a chirurgia non-cardiaca, anche ad una distanza di diversi giorni dall’intervento chirurgico, l’assenza di soluzioni clinicamente efficaci non è abbastanza per sostenere ancora la ricerca cardiovascolare.
Come riscontrato da esperti del settore ricerca e sviluppo, la recente crisi economica ha ulteriormente avvicinato l'attività sperimentale medica verso un modello ancora più legato ad un investimento a basso rischio e ad alto profitto. Intanto, lo studio delle malattie cardiache acute, come l’infarto del miocardio e la morte improvvisa, tanto complesse quanto democratiche, sta perdendo attrattività nei riguardi degli enti finanziatori convenzionali.
E senza i finanziamenti la ricerca cardiovascolare rischia di arenarsi e cadere nel silenzio, pur se la gente continuerà ad ammalarsi di cuore, un organo essenziale ma privo del fascino del mito. Ma, come si dice, la necessità aguzza l’ingegno. Se da un lato si intraprendono percorsi di prevenzione d’avanguardia basati sull’ uso di alimenti funzionali, dall’altro la Società Italiana di Ricerche Cardiovascolari istituisce la Giornata Italiana per la Ricerca Cardiovascolare in occasione della festa di San Valentino. Da quest’anno, il 14 febbraio sarà una data per non dimenticare coloro che, in laboratorio o in ospedale, restano al fianco di chi è o rischia di diventare un cardiopatico, un gesto di amore vero.