L’immagine corporea e la relativa soddisfazione influenzano l’autostima e incidono sul benessere psicologico, relazionale e sessuale. Da un punto di vista sessuologico, è ormai dimostrato quanto l’immagine corporea sia importante per la salute sessuale contribuendo alla sicurezza di sé, fattore indispensabile per un approccio positivo alla propria sessualità. Di contro, un’insoddisfazione relativa alla propria immagine corporea può essere correlata all’insorgenza di problematiche sessuali. Possono esserci delle distorsioni specificatamente legate a queste parti del corpo o che fanno parte di un quadro più ampio di dismorfismo corporeo.
In un recente studio pubblicato sul Journal of sex & marital therapy è emerso che, sia negli uomini che nelle donne, un’insoddisfazione relativa ai propri genitali si associa alla propensione a ricorrere a chirurgia estetica genitale. Gli uomini sembrano avere una migliore immagine genitale rispetto alle donne, ma una grande percentuale di essi prende in considerazione gli interventi chirurgici per modificare l’aspetto dei propri genitali.
Uno studio italiano presentato in occasione dell' International Male Aesthetic Surgery and Medicine, e pubblicato su Scientific Reports, riporta che il numero di interventi annui relativi all’allungamento del pene si aggira intorno ai 350, sottolineando la necessità per alcuni uomini di raggiungere dimensioni considerate più adeguate alle loro esigenze. Gli studi ci dicono anche che la maggior parte degli uomini che richiede tali interventi ha delle dimensioni comprese nel range considerato normale e nello specifico della chirurgia estetica genitale maschile, l’unico consenso condiviso riguarda le anomalie fisiche, in particolare le condizioni di micropene (meno di 6 cm).
I motivi per cui si richiedono tali interventi di aggiustamento sono di natura estetica e sessuale; in particolare i motivi sessuali fanno riferimento alla credenza culturale che con maggiori dimensioni la partner possa essere più soddisfatta. Gli uomini che hanno dimensioni “normali” ma richiedono tali interventi spesso soffrono di quella che viene definita ansia (o sindrome) del pene piccolo (Small Penis Anxiety - SPA), una condizione caratterizzata da: ansia; bassa autostima; basso funzionamento sessuale e sociale; comportamenti di evitamento e ricerca continua di rassicurazione.
Per quanto riguarda i risultati di tali interventi i dati sono molto variabili: alcuni studi evidenziano buoni risultati in termini di efficacia e sicurezza, altri mettono in luce le complicanze e gli scarsi risultati a lungo termine, con necessità di ricorrere a nuovi interventi riparativi. Per ciò che concerne la soddisfazione dei pazienti, invece, ci sono diversi gradi di soddisfazione dati probabilmente da una discrepanza tra risultati “fisici” e valutazione soggettiva di tali risultati.
Sarebbe utile considerare l’inserimento di tali procedure all’interno di un contesto più ampio che possa considerare tutte le componenti in gioco e che veda il lavoro integrato tra più professionisti della salute. Molto, inoltre, ci sarebbe da fare anche da un punto di vista sociale ed educativo: lavorando sui messaggi mediatici che riguardano il tema della forza fisica, sulla maggiore accettazione delle differenze e sulla normalizzazione della naturale varietà dei genitali, in modo da incrementare un’immagine di sé positiva generale e genitale, e ricorrendo alla chirurgia nei casi in cui ci siano problemi di tipo funzionale o per migliorare il proprio benessere psicologico e sessuale.