La stagione influenzale volge al termine. Oltre 8 milioni di persone sono state colpite dal virus dell'influenza B (61% dei casi) e da quello A (39%), soprattutto il ceppo H1N1pdm09 che ci accompagna dalla pandemia del 2009.
L'intensità dell'epidemia è stata tra le più elevate degli ultimi anni, paragonabile a quella della stagione 2004-5 e della pandemia 2009-10 e ha interessato principalmente l'età pediatrica 0-4 anni.
Complessivamente si registrano 153 decessi direttamente causati dall'influenza, tra cui due donne in gravidanza e undici bambini. E' ancora presto per avere i dati sulla copertura vaccinale, ma nella scorsa stagione 2016-17, la copertura nella fascia di popolazione anziana over 65 anni è stata del 52% contro un obiettivo minimo del 75%, e del 15% nella popolazione generale. Troppo poco. Ma la scomparsa dell'influenza (fino alla prossima stagione) lascia il posto ai virus delle cosiddette sindromi parainfluenzali, che domineranno nei prossimi mesi soprattutto nelle stagioni primaverile e autunnale.
Sono tre i virus parainfluenzali propriamente detti (PIV) appartenenti al genere paramyxovirus, responsabili della maggioranza delle infezioni.
- PIV-1 e PIV-2 circolano soprattutto in autunno e causano laringiti e bronchiti.
- PIV-3 circola invece soprattutto in primavera ed è una delle principali cause di infezioni respiratorie gravi nei bambini quali bronchiti e polmoniti.
A questi si aggiunge il virus respiratorio RSV, che è la causa principale di infezioni respiratorie pediatriche in inverno-primavera e infetta oltre 60 milioni di bambini ogni anno nel mondo causando oltre 160 mila decessi. Ma anche il comune virus del raffreddore, il rhinovirus, pur non causando una patologia grave, è in grado di infastidire parecchio.
In media, i bambini prendono da sei a dieci raffreddori all'anno, mentre gli adulti si ammalano da due a quattro volte. Un studio USA ha stimato in oltre 45 milioni i giorni lavorativi perduti a causa del raffreddore ogni anno e oltre 22 milioni di giornate scolastiche. Il raffreddore interessa ogni anno svariati milioni di persone (oltre 60 milioni negli USA ogni anno e diversi milioni anche in Italia).
Un rischio frequente di tutte queste infezioni è che possano aprire la strada a superinfezioni batteriche, causando otiti e polmoniti soprattutto nei bambini. Non esistono terapie antivirali né vaccini, anche se ci sono studi in corso per sviluppare vaccini contro RSV e PIV.
Le infezioni, quindi, devono essere debellate dal sistema immunitario e noi possiamo solo diminuire l'intensità dei sintomi con antinfiammatori, antistaminici e mucolitici.
Esistono però precauzioni molto semplici che sono efficaci per ridurre il rischio di infezione:
- Cambiare frequentemente aria all’ambiente, cercando di mantenere la temperatura non oltre i 25 gradi centigradi, per evitare la secchezza delle vie respiratorie che facilitano l’attacco del virus
- Lavarsi frequentemente le mani ed evitare di condividere bicchieri, tazze e altri oggetti personali con persone infette.
- L'uso regolare di fazzoletti di carta usa-e-getta quando si ha il raffreddore aiuta a prevenire la diffusione del virus.