L’Ebri (European Brain Research Institute) rappresenta in qualche modo il ‘testamento morale’ della Professoressa Montalcini sia perché opera in ambito di neuroscienze sperimentali, sia perché ha dato - sin dalla sua fondazione (circa 16 anni orsono) - ampio spazio alla ricerca scientifica svolta da giovani ricercatori e da giovani ricercatrici.
Di cosa si occupa l’Ebri
L’Ebri era nato con tre gambe rappresentate dal CNR, dalla quota di ricerca finanziata dall’Europa e dall’Istituto scientifico Santa Lucia; questo rappresentava un mix di grande interesse sul panorama nazionale ed internazionale perché si veniva a creare dal nulla una struttura di ricerca di neuroscienze con un volume critico molto elevato, ma anche perché la presenza della Santa Lucia garantiva in qualche modo quella traslazionalità dalla ricerca alla clinica (cioè dal laboratorio al Malato) che in qualche modo ha sempre rappresentato un ‘pallino’ della Professoressa Montalcini.
In questi ultimi decenni, in tutto il mondo, la ricerca sperimentale ha troppo spesso ‘strillato’ sui media la scoperta della causa – e quindi della potenziale cura - di malattie devastanti come l’Alzheimer, il Parkinson e quant’altro. Questo modo di fare ha creato aspettative costantemente deluse in malati e famiglie ed è in parte figlio di un progressivo scollamento tra il mondo della medicina clinica (che lavora con i malati) e quello della ricerca medica sperimentale (che lavora su modelli di malattia umana per lo più sviluppati su animali o su modelli cellulari).
L’importanza dei finanziamenti
L’Ebri negli anni ha un pò perso l’entusiasmo e l’abbrivio iniziale ed anche il collegamento con le realtà cliniche e le malattie su cui svolge la propria ricerca si è attenuato. Ciò non toglie che se per pochi spiccioli (perché di questo si tratta se si va a vedere il finanziamento pubblico che riceve su base annuale) si dovesse smantellare una delle poche realtà di ricerca avanzata che opera ancora nel nostro Paese sarebbe un gravissimo errore ed un ulteriore segno di degrado della struttura organizzativa della ricerca italiana che da troppi anni perde colpi e perde –cosa più grave- le migliore risorse giovanili.
Fossi nel Governo approfitterei di questa situazione per rilanciare sull’Ebri, cercando di far recuperare a quella struttura –tramite adeguati finanziamenti ed altrettanto rigorosi controlli- l’ispirazione iniziale, lavorando ad un ibrido di ricerca pre-clinica e clinica (in collegamento cioè con i più avanzati centri di ricerca applicata sulle malattie neurologiche) che oggi manca sempre di più non solo in Italia. Ma io non sono il Governo...
(Paolo Maria Rossini)