Malattia Rh, un manifesto per evitare 114mila neonati morti l’anno

Informazione, test del sangue e accesso gratuito alla terapia Anti-Rh (D), tre semplici passi per debellare la malattia anche nei paesi in via di sviluppo 

​Malattia Rh, un manifesto per evitare 114mila neonati morti l’anno
 Foto / Afp

Maggiore consapevolezza, test di routine per stabilire il gruppo sanguigno delle donne incinte, accesso gratuito e senza restrizioni alla terapia Anti-Rh (D). Tre semplici passi per livellare almeno una delle differenze tra i paesi ricchi e i paesi poveri. Il riferimento alla Malattia Emolitica del Feto e del Neonato (MEFN), una patologia che colpisce un feto con Rh positivo quando la madre ha un Rh negativo e nel sangue ha degli anticorpi Anti-Rh, sviluppati durante una gravidanza precedente.

Una patologia che, secondo stime recenti, causa la morte di 114mila neonati nel mondo ogni anno, più altre 26mila morti in utero e provoca danni cerebrali a oltre 55mila bambini. Tutto questo quasi esclusivamente nei paesi in via di sviluppo perché la MEFN nel resto del mondo è stata quasi debellata, anche se alcune centinaia di casi l’anno si verificano anche in Italia e in altri paesi occidentali.

La prima somministrazione della terapia risale al 1968

A porre l’attenzione sul problema è stato il Congresso mondiale della FIGO, Federazione Internazionale Ginecologia e Ostetricia, che si è tenuto nei giorni scorsi a Rio de Janeiro e, come avevamo fatto anche in Italia lo scorso aprile, ha celebrato i 50 anni della terapia Anti-Rh (D). La prima somministrazione della terapia contro una patologia che all’epoca colpiva l’1% dei neonati e ne uccideva uno su 2200 risale infatti al 29 maggio del 1968. Dal congresso è emerso uno statement importante che impegna la comunità dei ginecologi di tutto il mondo a garantire l’accesso massimo alla profilassi a base di immunoglobuline Anti-Rh anche in quei paesi dove la povertà e le guerre sono un fattore di rischio aggiunto.

Come ricordato anche dalla dichiarazione della Federazione la terapia Anti-Rh è stata ed è una pietra miliare per la salute di madri e bambini di tutto il mondo ma i margini di miglioramento ci sono, sia praticando l’immunizzazione in ogni evento a potenziale rischio già dal terzo mese di gravidanza, come in Italia avviene da anni, sia combattendo la battaglia dell’informazione, perché sono ancora troppe le persone che non sono a conoscenza dei rischi di una patologia che si potrebbe sconfiggere davvero con poco, un test del sangue e poche iniezioni. 



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