Fateci caso. I pionieri della rivoluzione digitale - Steve Jobs, Bill Gates, Sergey Brin, Larry Page, Jeff Bezos - sono tutti maschi e bianchi. E anche fra quelli della cosiddetta seconda ondata - i fondatori di Facebook, Instagram, Twitter, Whatsapp - la situazione non cambia. Bianchi e maschi. Lasciamo da parte per un momento la questione - pur rilevante - delle minoranze etniche. Che la Silicon Valley abbia un problema con le donne è ormai evidente e acclarato: sono poche, hanno quasi sempre ruoli marginali, e quando non è così, sono comunque molto meno pagate dei colleghi di pari grado. Non è solo una ingiustizia, è un problema, uno spreco di talento.
E non regge il presupposto per il quale le donne non sarebbero adatte a lavori dove è richiesta anche una competenza tecnologica: basti pensare che la prima persona a scrivere un programma per computer nella storia fu Ada Lovelace, addirittura nel 1840. Che un secolo più tardi, nel 1946, dopo la seconda guerra mondiale, furono sei donne a far funzionare l’ENIAC, il primo vero computerone americano. E che quattro anni prima l’attrice di Hollywood Hedy Lamar era riuscita a brevettare una sua invenzione che poi sarà alla base della moderna telefonia.
Questo per sgombrare il campo dal pregiudizio, che resiste, per cui la tecnologia e le startup non sarebbero una cosa per donne. In Italia le cose iniziano ad andare un po’ meglio: sono un milione e 331 mila le imprese condotte da donne, 10 mila più dell’anno scorso, 30 mila più di quattro anni fa. Merito anche di una combattiva manifestazione, nata nel 2004 e che si svolge oggi a Milano. Si chiama Premio Gamma Forum e ogni anno riesce a portare alla ribalta storie bellissime di donne che riescono a fare l’impresa di fare una impresa in Italia usando bene le opportunità della tecnologia.
Quest’anno ce n’è una che produce energia dai fumi di scarto, e un’altra che crea strumenti di diagnosi attraverso i virus modificati delle piante. Sono solo esempi. Non importa chi vincerà. Vince il messaggio trasmesso a tutte le giovani donne italiane: ce la potete fare, noi ce la stiamo già facendo. Noi, loro in realtà: ma è un bene per tutti.