Quando mi chiedono perché fare una startup di successo in Italia è così maledettamente difficile, ripenso alla travolgente e sfortunata storia di Gnammo. La società nasce a Torino nel 2011 perché a un ragazzo davvero brillante ed entusiasta, Gianluca Ranno viene in mente l’idea del social eating quando ancora questa parola non esisteva praticamente. I social media e le app sul telefonino stanno esplodendo e Ranno immagina un mondo, soprattutto di giovani, che viaggiando invece del ristorante preferisce andare a mangiare a casa di qualcuno, spendere un po’ meno e conoscere persone nuove. Una specie di Airbnb ma per la ristorazione.
Gnammo parte in quarta, sono gli anni in cui ogni giorno o quasi in Italia c’è un evento per startup, quasi sempre fuffa purtroppo, eventi dove il capo di una grande azienda o il ministro di turno alla fine elogiano il genio italico e si fanno una foto con i giovani startupper che fa tanto figo. Soldi zero, aiuti anche meno e il business non decolla.
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Passano gli anni e nel 2014 a Parigi un altro ragazzo, Jean Michel Petit, che in Peru aveva mangiato a casa di un peruviana sul lago Titicaca ed era rimasto folgorato da quella esperienza autentica, decide di fare una startup di social eating. La chiama VizEat. E mentre il suo rivale italico è impegnatissimo a spiegare ai politici che chi ti invita a cena in cambio di un rimborso spese non può essere trattato come un ristoratore, né dal punto di vista fiscale né della sicurezza dei locali, per evitare che vengano approvate norme che lo farebbero chiudere, VizEat a Parigi vola letteralmente. Diventa una piattaforma globale, con ventimila osti in tutto il mondo. Ed è notizia di oggi l’acquisto di EatWith che non è solo l’unica rivale rimasta, ma è una startup basata a San Francisco. Insomma, siamo davanti a una startup europea che se ne compra una di Silicon Valley, un bel segnale che conferma che in Francia su questo tema hanno cambiato marcia. A noi resta il rimpianto per l’ennesima occasione persa. Purtroppo per vincere non basta avere l’idea per primo, se poi resti da solo.