Ora che la Germania è fuori dal Mondiale, è facile, ma anche doveroso, andare a ripescare una previsione. Pubblicata sulla rivista di tecnologia del MIT di Boston il 12 giugno, due giorni prima dell’inizio del torneo. Titolo, i computer predicono chi vincerà la coppa del mondo. Dopo aver condotto 100 mila simulazioni, il risultato è chiaro. Vincerà la Germania. Facile riderci su adesso. Ma più interessante capire perché gli algoritmi, come va di moda adesso chiamare qualunque processo informatico che non capiamo bene, perché gli algoritmi fossero assolutamente certi della vittoria del tedeschi. E cosa vuol dire questo errore negli altri campi della vita in cui ci affidiamo ai computer. Intanto va detto che si tratta di una vera ricerca scientifica. Condotta da un giovane professore di statistica dell’università di Dortmund, Andreas Groll.
Sarebbe sbagliato pensare che la previsione sia stata viziata dal fatto che Groll è tedesco. Groll si cimenta su questo campo da vari anni con notevole successo. La prima volta fu per l’Europeo del 2012 quando sperimentò con successo un modello matematico che disse che avrebbe vinto la Spagna. Il test venne ripetuto in occasione dei mondiali del 2014 che si tennero in Brasile con la squadra di casa favoritissima. Eppure in quel caso gli algoritmi di Groll dissero che la Germania aveva più probabilità di vincere il trofeo (28,8 contro 27,65 per cento). Il 7-1 con cui i tedeschi si sbarazzarono dei brasiliani in semifinale deve aver sorpreso tutti tranne il professor Groll. Che ci ha riprovato. Con un metodo che sembrava infallibile: la tecnica della foresta a caso. Rispetto ad un approccio classico per cui per determinare che accadrà in un processo complesso, lo si rappresenta come un albero e si calcola cosa accade in ciascun ramo; con la random-forest si prende in esame ogni volta un ramo a caso di uno degli alberi di una foresta, in questo caso una partita, si analizzano le probabilità di successo delle due squadre, compresi il numero di gol; e si ripete l’operazione moltissime volte. Centomila per i Mondiali 2018.
I fattori esaminati dai computer sono stati tanti: dalla ricchezza di ciascun paese alla popolazione, dal numero di giocatori che hanno disputato la Champions League alla nazionalità degli allenatori. Il risultato è stato questo: la Spagna è favorita (17,8 per cento), ma se la Germania dovesse superare il girone, è più probabile che vincano i tedeschi (battendo proprio la Spagna in semifinale e il Brasile in finale).
Prima di dire che stavolta Groll ha sbagliato tutto aspetterei di vedere che farà la Spagna. Ma l’errore della previsione sui tedeschi c’è (così come quello, meno grave, sul passaggio del turno della Polonia). E’ un errore clamoroso che in un certo senso rincuora, perché ci ricorda che non è tutto scritto, non è tutto deciso. Le previsioni aiutano ma non determinano. Il risultato alla fine dipende sempre da noi. In fondo se avessero chiesto ad un computer una previsione sulla sfida fra Davide e Golia, avrebbe vinto sempre il gigante. E invece a volte vince il cuore. A volte vince persino la Corea.