Si fa un gran parlare in queste ore della prossima applicazione di Facebook, un servizio per gli incontri online, il dating. Mark Zuckerberg l’ha annunciata ad f8, la conferenza annuale degli sviluppatori, cinquemila esperti di software riuniti in un centro congressi a San José, che è un po’ la capitale della Silicon Valley, riuniti per scoprire se il fondatore di Facebook è ancora lui o invece assomiglia a quello con il viso pestato di botte nella copertina artistica del magazine Wired. E Zuckerberg in effetti sul palco sembrava il solito, con la solita maglietta grigia a maniche lunghe sopra i jeans e le scarpe da tennis, sembrava uno di loro, uno dei cinquemila sviluppatori in sala. Del resto il quinto uomo più ricco del pianeta sviluppava software nella sua cameretta ad Harvard 14 anni fa. Solo che lui ce l’ha fatta. Ha fatto Facebook, ha comprato Instagram e Whatsapp, ha sviluppato Messenger, è entrato nel business della realtà virtuale comprando anche gli Oculus, e oggi, nonostante lo tsunami di critiche ricevute negli ultimi mesi per come i nostri dati personali sono stati venduti di nascosto, crede di poter dire al mondo che, nonostante tutto, il mondo sarebbe un posto peggiore se non ci fossero Facebook e i suoi satelliti. Che dire, faremmo sicuramente più fatica a comunicare. E ora arriva questa storia del dating online, che va spiegata e capita meglio perché la dice lunga sul peso straripante di Facebook nel mercato e sulla visione del mondo di Zuckerberg. La cosa più eclatante è l’effetto dell’annuncio: le azioni di Match, che controlla i siti di dating Tinder e OkCupid, sono crollate del 22 per cento.
Ma la app di Facebook sarà tutta un’altra cosa: non servirà a rimorchiare, ha spiegato Zuckerberg, niente sesso facile ma soltanto costruzione di relazioni durature. Meglio se romantiche, ha detto. E infatti potranno utilizzarla solo coloro che nel profilo Facebook indicheranno pubblicamente di essere single e in quel caso accederanno ad una sezione privata, una specie di club, dove hanno la garanzia di non incontrare amici - sarebbe imbarazzante - ma solo sconosciuti con interessi simili. Praticamente, più che una app di dating sembra una agenzia per cuori infranti e timidoni. La versione online di un programma di Maria De Filippi. Zuckerberg insomma si è messo nel business del matrimoni. Parte da 200 milioni di single già iscritti: se funziona, se trovano l’anima gemella, lo fanno papa altro che presidente degli Stati Uniti.