C’è una foto che in questi giorni sta facendo impazzire il web. In tre giorni ha ottenuto quasi 15 mila commenti. Praticamente ogni venti secondi se ne aggiunge uno. Tutti vogliono dire qualcosa. Su cosa? Su Gianni Morandi paparazzato nella toilette di un autogrill - a proposito, sembra davvero pulita, quella toilette, ma dove diamine sarà? - e non da un fotografo, da un paparazzo appunto, con macchinona fotografica al collo e flash in una mano, ma da una fan. Una signora di mezza età armata del suo normalissimo eppure potentissimo smartphone e quindi di una fotocamera ad alta definizione, con zoom e slow motion a portata di clic, e una connessione Internet a banda ultra larga per postare il tutto sui social immediatamente.
Perché aggiungo questi dettagli? Perché è nei dettagli che si nota quanto il mondo sia cambiato e quanto il potere di creare contenuti e distribuirli al mondo sia passato dai professionisti, che ne detenevano l’esclusiva, a tutti noi. È come se la santa messa invece dei sacerdoti potessero impartirla tutti i fedeli. In quella foto insomma c’è sintetizzato uno dei capisaldi della rivoluzione digitale: il ribaltamento dei ruoli, la democratizzazione dei contenuti ma anche il rischio di un impazzimento collettivo.
Non serviva Gianni Morandi per ricordarci gli effetti di un uso sbagliato del potere del web, in rete c’è un sacco di robaccia che ce lo ricorda ogni giorno: c’è chi ha filmato e postato una violenza, chi un atto sessuale e poi lo ha condiviso con tutti per vendetta. E ci sono anche i cosiddetti vip che si fanno i selfie sul gabinetto purtroppo. Ma in questo caso la signora Luisa è una fan di Gianni Morandi. Un tempo gli avrebbe chiesto un autografo, ancora un anno fa forse lo avrebbe atteso fuori dalla toilette e si sarebbe accontentata di un selfie; adesso lo ha voluto immortarlare mentre fa pipì.
Morandi lì per lì per l’è presa come si vede dalla sua leggendaria manona che sembra mandare la signora a quel paese. E ancora di più si è arrabbiato quando la signora ha postato il trofeo sul web. Allora ha fatto una mossa perfetta: ha postato lui stesso la foto sul suo profilo Facebook, seguito da due milioni e mezzo di persone, e ha detto che alla fine si è fatto una bella risata perché ci sono cose più gravi. Ma così facendo ha ricordato a tutti che questo potere immenso che ci dà il web va usato meglio perché come aveva imparato un supereroe molto amato, a un grande potere corrisponde una grande responsabilità.