Quando parliamo di Internet in Italia parliamo sempre di Facebook e Google, del senso di Twitter per le news e di Instagram per i giovanissimi, delle ragazzine che stanno su Musically e di quanto sia cresciuto il peso di Amazon nei nostri acquisti non solo di libri ma di quasi tutto. Poi arriva l’annuale indagine del Censis, il 14esimo rapporto sulla comunicazione, e scopri che in cima a tutti c’è Whatsapp. Fondata appena 8 anni fa e usata da un miliardo e 200 milioni di persone in 109 paesi, Whatsapp non è certo una novità. La sensazione che fosse diventata centrale nella vita quotidiana di molti di noi, con i gruppi scolastici, quelli di lavoro, quelli fra amici e parenti, era nota. Ma i numeri sono i numeri e nella classifica che il Censis ha appena stilato sull’utilizzo di social network, servizi di messaggistica e piattaforme digitali in Italia, Whatsapp stravince: è usata dal 65 per cento degli italiani, due su tre, praticamente quasi tutti quelli che usano Internet (che sono poco più del 70 per cento). Al secondo posto c’è Facebook, poi YouTube, Google, Amazon, Instagram, Ebay e Twitter. La cosa sorprendente è che il caso Whatapp è un caso essenzialmente italiano.
Negli Stati Uniti, per dire, Whatsapp è usato dal 16 per cento degli americani che gli preferiscono il Messenger di Facebook. Per arrivare al 50 per cento di utilizzatori bisogna spostarsi in Germania e Brasile, mentre al 60 per cento si arriva solo in Malesia. Insomma la nuova capitale mondiale di Whatsapp siamo noi e non è un caso. E’ un successo che si spiega con la nostra predilezione a chiacchierare, una volta avremmo detto spettegolare, oggi diremmo chattare. Non a caso siamo il paese del mondo con il più alto numero di telefonini per abitante e avevamo anche il record di sms finché c’erano solo quelli per mandare messaggi. Tutte statistiche che fanno da contraltare a quelle invece negative: il numero record di italiani che non hanno mai usato internet, di quelli che non comprano online e peggio, di quelli che non vendono in rete. Per non parlare degli "inusabili" servizi della pubblica amministrazione. Ecco se fossero facili e intuitivi come Whatsapp forse tanti discorsi sul ritardo digitale italiano sarebbero azzerati in un istante.