Facebook, YouTube, Snapchat: la strana corsa alla "privacy migliore"
Zuckerberg compra una pagina sui quotidiani in cui sembra che esulti per le nuove norme europee. La piattaforma video di Google si decide finalmente a proteggere i bambini dagli errori degli algoritmi. E Snap sfida Whatsapp: non raccoglierà alcuni dati e resterà aperta agli under 16

La corsa dei giganti della Silicon Valley per adeguarsi alle nuove norme europee sulla privacy (GDPR), che entrano in vigore il prossimo 25 maggio, è molto interessante perché cambierà il nostro modo di stare online. Ma in questa gara a chi si rinnova prima e meglio ci sono tratti di spudorata furbizia che sfociano in una involontaria comicità. Oggi Facebook, che è il principale indiziato di abusi sui dati degli utenti (non solo per il caso Cambridge Analytica), ha comprato una pagina su vari quotidiani per gridare che “Il nuovo regolamento europeo garantirà una migliore protezione dei tuoi dati” e spiegare che “tutte le imprese che conservano dati personali” sono tenute “a proteggere meglio la tua privacy”. E “Facebook è una di queste”. Con link diretto al sito della commissione europea. Come se fossero felici, come se lo avessero chiesto loro, come se non si fossero battuti in tutti i modi contro queste norme che prevedono una multa fino al 4 per cento del fatturato per chi le infrange. Sapete quanto è il fatturato di Facebook in base ai dati stellari presentati ieri? Circa 50 miliardi di dollari. Ergo, la multa potenziale è di due miliardi. Sono felicissimi, come no.
Poi c’è YouTube, gioiello di casa Google, che finalmente si è decisa a dare pieno controllo ai genitori sui video che guardano i loro bambini. In pratica i genitori potranno selezionare le fonti per creare delle playlist che non siano guidate solo da algoritmi che nel recente passato hanno dimostrato di avere più di un problema: per fare un esempio, un bambino partiva con un video di Peppa Pig e una dozzina di video dopo si ritrovava con Topolino che si masturba non si sa bene perché. Mai più.
Di Whatsapp e del divieto di utilizzo per gli under 16 ci siamo occupati ieri: vale solo la pena di aggiungere due cose. Si tratta di un divieto che sarà facilissimo aggirare; e l’esclusione non è affatto obbligatoria in base alle nuove norme. Il divieto riguarda l’uso dei dati dei minori, ma quello è il prezzo nascosto che paghiamo per un servizio solo apparentemente gratuito (qui lo spiega molto bene Guido Scorza). Lo dimostra la scelta di Snapchat che ha appena annunciato che la smetterà di raccogliere i dati della localizzazione degli utenti e che in questo modo continuerà ad essere usata da tutti. Per il resto infatti il social preferito da molti adolescenti era già in linea con le regole europee: le foto e i messaggi spariscono, molti dati sono criptati e gli altri vengono cancellati dopo poco tempo. Pare di poter dire che tra tanti ipocriti, Snapchat sulla privacy faceva sul serio già
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