Cosa impariamo da Chiara Ferragni che va ad Harvard

Domani una italiana di 29 anni terrà un seminario in una delle più importanti università del mondo. Quelli che si indignano potrebbero rileggere la storia di come un blog è diventato una azienda globale 

Cosa impariamo da Chiara Ferragni che va ad Harvard

Domani una ragazza italiana terrà una lezione in una delle più importanti università del mondo: Harvard. Sede a Cambridge, Massachusetts, 380 anni di storia, un luogo dove hanno studiato 8 presidenti degli Stati Uniti fra cui Kennedy, Bush senior e Barack Obama, oltre a un premio Nobel per la Pace Ellen Johnson. Domani in questo tempio del sapere e del potere sale in cattedra una ragazza nata a Cremona 29 anni fa, che probabilmente non si è mai laureata alla Bocconi dove studiava, ma del resto neanche Mark Zuckerberg e Bill Gates si sono laureati, ma hanno studiato proprio ad Harvard e intanto hanno creato Facebook e Microsoft. Negli Stati Uniti quello che hai fatto e quello che sai fare contano più del resto. Lei nell’ottobre del 2009 ha aperto un blog per parlare di moda: The Blonde Salad. Poteva essere uno dei tanti. E’ diventato uno dei migliori. Oggi lei ha 8 milioni di followers su Instagram e quel blog è una azienda con decine di dipendenti e fattura otto milioni di dollari.

E’ una giovane star italiana di cui dovremmo andare fieri, visto come trattiamo i nostri giovani. Come fa la rivista Forbes che l’ha inserita fra gli under 30 più influenti del mondo. Ma lei è Chiara Ferragni, la fidanzata di Fedez, quella che “ha un cane col papillon di Vuitton e un collare con più glitter di una giacca di Elton John”, come dice una canzone sul suo fidanzato; e allora quando si è sparsa la voce della sua lezione ad Harvard in rete è stato tutto un indignarsi, uno scandalizzarsi. Come se le avessero affidato una cattedra di fisica nucleare e non invece un seminario per gli studenti di un master in marketing del lusso, per raccontare quello che indubbiamente sa: come trasformare un blog in una piattaforma globale di lifestyle. Io sto con quei suoi coetanei che oggi le scrivono: brava, ce l’hai fatta, ci provo anche io. Sull’invidia nessuno può costruire il proprio futuro.