Il divorzio dell’uomo più ricco del mondo è cosa fatta. E meno male perché sennò chissà cos’altro sarebbe accaduto. Annunciato il 9 gennaio scorso con un tweet congiunto, si è concluso ieri con due tweet separati. Uno sul profilo di Jeff Bezos, 55 anni, fondatore e amministratore di Amazon; e l’altro sul profilo dell’ex moglie, la scrittrice MacKenzie Bezos, 48 anni domenica prossima, che ha aperto un profilo su Twitter per l’occasione. Per poter dire la sua. Gli osservatori più attenti hanno sottolineato che lui ha ritwittato lei, e lei non ha ricambiato; e che il post di lui iniziava con un ingombrante “io”, segno di un ego sempre più grande; mentre quello di lei era più delicato. Letterario. Dettagli.
Si sono lasciati con garbo, parlando di riconoscenza e di un futuro comune in ruoli diversi, ma ricordandosi di essere prima di tutto co-genitori (hanno quattro figli), secondo le stile inaugurato nel 2014 dall’attrice Gwyneth Paltrow e il cantante Chris Martin che parlarono per primi di “conscious uncoupling”, una espressione che sembra evocare una terapia New Age più che un comunque doloroso divorzio. Quello di Amazon è stato però persino avvincente perché nei tre mesi dall’annuncio è successo di tutto: prima sono usciti gli sms sexy che Jeff aveva mandato alla sua nuova fidanzata; poi lui ha denunciato un magazine vicino a Trump di ricattarlo minacciando di pubblicare le loro foto intime; e infine è emersa la possibilità che dietro il ricatto ci fosse nientemeno che il governo dell’Arabia Saudita che avrebbe intercettato il telefonino di Jeff per condizionare quello che il suo quotidiano, il Washington Post, scriveva sull’assassinio del giornalista Khasshogy.
Una spy story internazionale. Che l’accordo di separazione chiude smentendo alcune previsioni della vigilia. La prima sulla proprietà di Amazon che resta saldamente nelle mani di Jeff il quale cede alla moglie il 25 per cento delle loro azioni (circa il 4 per cento del totale), ma lei gli lascia il diritto di voto. La seconda previsione riguardava il fatto che dopo il divorzio Jeff non sarebbe più stato l’uomo più ricco del mondo. E invece no. Secondo gli ultimi calcoli il patrimonio di Jeff, a cui l’ex moglie ha lasciato anche la proprietà del Washington Post e della società di viaggi spaziali Blu Origin, resta sopra i 100 miliardi di dollari, e quindi ancora davanti a Bill Gates, il fondatore di Microsoft. La scrittrice MacKenzie entra però nella classifica delle donne più ricche del mondo, direttamente al quarto posto, incassando dall’ex marito una cifra, in azioni Amazon, che annichilisce tutti i precedenti divorzi della storia: 35,6 miliardi di dollari. Quanti sono? Provo a dirlo così. Sommando tutti i 38 divorzi che seguono quello dei Bezos nella classifica dei divorzi più ricchi di sempre, sommando insomma le separazioni di Ecclestone, Murdoch, Madonna, Paul McCartney, Harrison Ford, Steven Spielberg, sommando anche l’Aga Khan, Martin Sorrell e Mick Jagger, sommando Tiger Woods, Mel Gibson e Roman Abramovich, sommando tutti assieme i divorzi dei più costosi del mondo, si arriva a poco meno di 14 miliardi di dollari. Tutti e 38 valgono circa un terzo di quello dei Bezos.
E questo, più di ogni altro discorso, racconta l’immensa ricchezza generata per alcuni dalla rivoluzione digitale.