#internetday: il dilemma digitale

In 31 anni il digitale ha conquistato il mondo. Sul web l’ora dei facili slogan è finita. E’ ora di fare sul serio

#internetday: il dilemma digitale
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Oggi è l’Internet Day: 31 anni fa l’Italia fu per la prima volta collegata a Internet. Non si chiamava ancora così. La rete era agli albori. Era una cosa per ricercatori. E quel collegamento fra Pisa e una stazione satellitare negli Stati Uniti passò inosservato. Ci vollero ancora diversi anni perché in Svizzera un giovane fisico quasi per caso inventasse il world wide web, il www che ha fatto diventare la rete di reti escogitata negli Stati Uniti, l’Internet che conosciamo.

L'Europa è partita in ritardo

Ma la verità è che l’Europa intera ci ha messo anni a capire davvero che questa cosa non avrebbe riguardato solo le comunicazioni fra le persone: avrebbe cambiato il mondo. Non lo abbiamo capito e gli Stati Uniti hanno preso un vantaggio che oramai pare incolmabile. Basta un dato. Dieci anni fa, nel 2006, le cinque aziende più grandi del mondo, in termini di capitalizzazione, erano: la Exxon, che si occupa di petrolio, la General Electric, una storica multinazionale di tecnologica; Microsoft, l’azienda di software fondata da Bill Gates a Seattle negli anni ‘70; e poi Citigroup e Bank of America, colossi nel settore bancario e della finanza.

Le 'Cinque sorelle' del digitale

Dieci anni dopo solo Microsoft è rimasta sul podio. La nuova classifica vede in testa Apple, seguita da Google, e poi Amazon e Facebook. E’ il digitale che ha conquistato tutto il resto. Un giorno il software mangerà il mondo, era la previsione di un investitore di Silicon Valley. E’ già accaduto. In 5 aziende controllano tutto. E non è una buona notizia: per l’occupazione, per la democrazia, per la sicurezza.

Che cosa si può fare?

Si può reagire in due modi: inventando tasse sul digitale, alzando divieti, mettendo barriere; oppure investendo in innovazione, andando a giocarci la partita del futuro, quella dell’intelligenza artificiale, con gli Stati Uniti e la Cina non più solo come Italia ma come Europa. Gli italiani, lo dicono i dati del Censis, sono divisi a metà: fra chi è spaventato e chi vede le opportunità. Eppure le due strade non sono alternative, anzi possono coesistere. Ma imboccare solo la prima ci relegherebbe ai margini della storia e finiremmo travolti. Su Internet l’ora dei facili slogan è finita. E’ ora di fare sul serio.