E quindi tra le meraviglie del futuro digitale che in realtà non lo erano possiamo inserire anche lo streaming. Non quello delle canzoni, che anzi sta rilanciando l’industria musicale e che è appena diventato un parametro per costruire le hit parade: accanto ai dischi venduti ora ci sono anche quelli ascoltati a pagamento. E nemmeno ai film e alla serie tv da guardare su Netflix. Mi riferisco allo streaming della politica, alla diretta web della riunione a porte chiuse. Quello che finalmente i cittadini adesso possono sapere tutto. Quello che i politici non hanno più scuse. Quello che il Palazzo del potere così è diventato una casa di vetro. Quello inventato dal M5s di Beppe Grillo e poi adottato con entusiasmo da Matteo Renzi per il PD, e archiviato senza se e senza ma nello stesso ordine: prima da Grillo e ora da Renzi.
Meglio così, perché la trasparenza vera è un’altra cosa. Perché vivere con una telecamera addosso in diretta web non è vita, è la sua caricatura, è una rappresentazione fasulla, in cui quello che dici e che fai non è più autentico, è piuttosto una recita per un pubblico. Del resto bastava aver letto il profetico romanzo di Dave Eggers, The Circle, poi diventato un film mediocre purtroppo. Bastava leggere le parole che Eggers fa dire al protagonista: “Tutto quello che succede deve essere conosciuto”. Oppure: “I segreti sono bugie, la privacy è un furto”. E vedere che mondo era quello in cui c’erano telecamere ovunque che trasmettevano tutto. Un mondo senza sfumature, senza non detti, senza ripensamenti, senza turbamenti. Un mondo spaventoso.
E così la politica ridotta a streaming rischiava di diventare: un recita dove l’obiettivo non era più il raggiungimento del bene comune, ma gli applausi del pubblico in rete, i like. E chissenefrega del bene comune. La trasparenza in politica è importante, anzi è fondamentale, ma è un’altra cosa, è altro dallo spiare i politici dal buco della serratura: è dare ai cittadini accesso a tutti i dati pubblici, consentire un controllo dal basso degli atti, rendicontare quello che si è fatto, e dialogare usando, in questo caso sì, anche la rete ma senza dimenticare di guardarsi negli occhi. Del resto anche la nostra vita sarebbe un inferno con una telecamera puntata addosso e non saremmo certo persone migliori.