E’ sempre la stessa storia. Dopo un attentato, il politico di turno si alza e punta l’indice contro il vero colpevole. Non i terroristi. Internet. E’ accaduto anche dopo l’attentato di Londra. Il premier britannico Theresa May ha detto forte e chiaro che “quando è troppo è troppo e che dobbiamo finirla con l’essere troppo tolleranti e quindi di consentire che i terroristi possano comunicare grazie a Internet”.
Ora è sicuro che i terroristi usassero il web e i social network come quasi tutto il resto del mondo. Ma è questo che ha reso più facile la loro azione? E’ colpa di Internet? Senza Internet non avrebbero potuto agire? Dirlo vuol dire avere la memoria corta, anzi cortissima. Perché basta tornare al famoso 11 settembre 2001 con l’attacco alle Torri Gemelle di New York per capire che Internet c’entra poco o nulla. Nel 2001 il web era agli albori (gli utenti erano appena mezzo miliardo oggi tre miliardi e mezzo), Google aveva tre anni di vita, i social network non esistevano: eppure è stato possibile il più clamoroso e sofisticato attentato terroristico della storia.
La risposta allora furono alcune guerre, in Afghanistan e in Iraq, alcuni regimi rovesciati, come in Libia, e una guerra civile in Siria. E’ servito a qualcosa? Ciascuno può darsi la risposta che crede, ma è chiaro che il problema che abbiamo davanti oggi non è Internet, che anzi offre infiniti indizi agli investigatori per sapere cosa sta accadendo e chi si sta radicalizzando (magari se le polizie europee si coordinassero scambiandosi dati e informazioni potrebbero ottenere risultati migliori). Il problema è provare a capire le cause per cui tanti musulmani decidono di abbracciare l’ISIS.
Perché altrimenti è come curare una infezione grave con un antinfiammatorio: il male aumenta. A questo proposito un grande pacifista che ha cambiato il mondo e liberato il suo popolo, Ghandi, diceva: Gran parte delle incomprensioni che esistono in questo mondo, sparirebbero se riuscissimo a metterci nei panni del nostro avversario e a comprendere il suo punto di vista. Qualcuno ha voglia di capire davvero le cause del terrorismo? Pensare di risolvere il problema limitando la libertà su Internet come chiede il premier britannico vuol dire semplicemente continuare a sbagliare.
Leggi qui l'articolo dell'Agi sulle critiche della May a Internet