Per capire il futuro della tv, bisogna osservare gli adolescenti. Cosa guardano, come lo guardano e quando. Negli Stati Uniti il 79 per cento dei cosiddetti millennials guarda Netflix e ben uno su quattro guarda Netflix molte volte al giorno. La serie che va per la maggiore si chiama “Th1rteen R3asons Why, why, tredici ragioni perché”, scritto proprio così, come una chat di Whatsapp.
E’ una serie prodotta e trasmessa da Netflix (tra i produttori c’è anche Selena Gomez). E le 13 ragioni di cui si parla nei primi 13 episodi sono quelle per cui una giovane adolescente si è suicidata, lasciando in alcune audiocassette consegnate a un amico, tutte le spiegazioni del suo gesto. La storia è tratta da un omonimo libro uscito ormai 10 anni fa e che in America fu un best seller da tre milioni di copie che ha trasformato l’autore, Jay Asher, da commesso di negozi e biblioteche in una star per teenager.
La serie, che ha debuttato il 31 marzo, è un successo mondiale, al netto del fatto che il tema del suicidio di una adolescente è un tema complicato da trattare e non sono mancate alcune polemiche: in alcuni paesi si è detto che a causa di questa serie ci sarebbe una impennata di suicidi fra i giovanissimi, in altri sono stati rafforzati i servizi di assistenza psicologica per i ragazzi, e infine c’è chi ha deciso di imporre un divieto ai minori di 18 anni. Ma tutto ciò non ha fermato il successo della serie che fra gli adolescenti è un cult. Al punto che ne già stata annunciata la seconda raffica di episodi.
La cosa interessante è osservare come la guardano i ragazzi su Netflix: di solito sulla app del telefonino, su uno schermo quindi relativamente piccolo, quando vogliono, senza orari, e, in caso di assenza di wifi, se la scaricano prima. E’ il futuro della televisione senza televisione, senza palinsesti e senza limiti, mostrando programmi originali di cui i mass media di solito ignorano l’esistenza. Il paradosso poi è che mentre il piccolo schermo (il vecchio nome della tv) diventava grandissimo (in termini di pollici) e ad alta definizione e "smart", il pubblico più giovane sceglieva lo schermo piccolissimo del proprio telefonino.