La risposta del governo alle richieste della Commissione Ue potrebbe arrivare a metà settimana quando il premier Giuseppe Conte parlerà alle Camere nell'informativa prevista prima del prossimo Consiglio Ue.
Roma chiederà tempo, spiegherà che a luglio sono in arrivo nuovi dati, metterà sul piatto anche i risparmi su reddito di cittadinanza e quota cento, non solo per quest'anno ma per tutto il triennio.
La linea è quella di chiedere all'Europa la fine dell'austerità e di procedere a nomine che vadano in questa direzione. La strategia resta quella del dialogo nella fermezza, ovvero si sosterrà che i numeri non sono quelli evidenziati dalla Commissione e si ribadirà la necessità di rivedere le regole esistenti. Ma oltre al muro Ue, Conte e Tria devono fare i conti con i 'paletti' posti di Lega e M5s.
Il pressing arriva soprattutto dalla Lega che arriva a chiedere al responsabile di via XX settembre di opporsi, ad usare l'arma del veto e della condanna qualora le istituzioni europee dovessero perseverare nel loro atteggiamento "mafioso". La tesi è che la procedura aperta nei confronti dell'Italia per disavanzo eccessivo "è senza precedenti a fronte di una violazione che tutto sommato è minimale".
"In questo momento - taglia corto il presidente della Commissione Finanze del Senato Bagnai - c'è evidentemente bisogno di creare un incidente che tenga l'Italia sotto un sostanziale potere di ricatto: ti faccio la procedura se tu non accetti una serie di cose. A questo atteggiamento ricattatorio se dovessero evidenziarsi dinamiche di questo tipo, non dico che siano di questo tipo, ma se si dovesse vedere che l'attacco al nostro Paese è pretestuoso, sono il primo a dire, ma lo farebbe senza che nessuno glielo dica, che il ministro Tria opporrebbe un fermo no".
Il governo giallo-verde ritiene che l'Italia non possa essere messa all'angolo, anche in considerazione della sua importanza. Sarà il premier Conte a cercare di convincere i partner europei a fermare la procedura per disavanzo eccessivo ma il partito di via Bellerio è pronto ad alzare le barricate qualora l'iter venga portato a compimento.
Del resto Salvini è stato netto. Anzi il vicepremier ha rilanciato la proposta di una flat tax al 7% per far tornare dall'estero i pensionati italiani: "Più entrate per lo Stato e più soldi che girano nella nostra economia, mi sembra solo buonsenso", ha scritto mentre Di Maio ha scelto una linea 'low profile'. Insistendo più che altro sul salario minimo: "si farà, perchè è nel contratto" di governo "e perché già esiste in molti paesi europei", ha assicurato.