La difesa di Mattarella dei corpi intermedi
Per anni queste associazioni, i cosiddetti corpi intermedi, sono stati dimenticati dalla politica che ha preferito parlare direttamente con cittadini ed elettori. Il ricordo di Mattarella al convegno della fondazione Marco Biagi

La società è più fragile se i corpi intermedi sono emarginati. Sergio Mattarella rimette sindacati e associazioni del lavoro al centro dell’interesse nazionale, dopo che da anni politici di destra e di sinistra ci hanno abituato alla lode della disintermediazione e alle critiche feroci ai sindacati.
Il presidente della Repubblica partecipa a Modena al convegno della Fondazione Marco Biagi, professore universitario che voleva riformare il mercato del lavoro ucciso dalle Brigate rosse, e rivaluta in pieno il ruolo delle associazioni che riuniscono i cittadini, siano essi lavoratori, datori di lavoro o portatori di diversi interessi come quelli del Terzo settore.
Per anni queste associazioni, i cosiddetti corpi intermedi, sono stati dimenticati dalla politica che ha preferito parlare direttamente con cittadini ed elettori. Spesso alcune associazioni, a cominciare dai sindacati, sono state criticate per la loro struttura elefantiaca, per i loro costi, per la loro burocrazia. Certo, tutto è cambiato negli ultimi decenni, nessuno può pensare di riproporre senza nessun cambiamento la concertazione inventata da Carlo Azeglio Ciampi nel 1993.
Ma le associazioni, tutte, di categoria sono elemento essenziale per capire la società e dialogare con essa e quella concertazione salvò l’economia del Paese: un insegnamento che avrebbe potuto forse essere utile negli anni della feroce crisi che l’Italia ha vissuto negli ultimi anni.
Dunque, per cultura politica, per esperienza e per ruolo istituzionale, Mattarella richiama la classe dirigente a maggiore attenzione. Ovviamente “la realtà cambia, è cambiata notevolmente ed è in via di cambiamento ancora più radicale. Quindi occorre trovare nuove modulazioni, nuove articolazioni e strutturazioni delle rappresentanze sociali”.
Ma il Presidente sottolinea “la grande importanza del ruolo delle rappresentanze sociali e dei corpi intermedi, che supera la pur fondamentale dimensione delle relazioni del lavoro, perché riguarda in realtà anche la salute del tessuto democratico del nostro Paese”. Al netto delle critiche loro rivolte in questi ultimi anni da diversi partiti, al netto di alcune incrostazioni da superare, “rappresentanze sociali e corpi intermedi sono realtà in cui i cittadini si riconoscono”, ascoltare loro significa ascoltare gli italiani. E dunque “la loro emarginazione, la loro attenuazione di ruolo rende più fragile la società ed espone maggiormente i cittadini ad essere vulnerabili rispetto alle incertezze, alle insicurezze e alle paure che inducono alla chiusura in se stessi”.
Mentre tutti gli indicatori macroeconomici indicano l’arrivo, di nuovo, di tempi difficili per l’economia forse, pare suggerire il Capo dello Stato, cercare l’alleanza e il dialogo con chi ha il polso dei problemi dei cittadini è la strada più saggia da imboccare.
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