Tanto tuonò che piovve. Se i dati degli exit poll saranno confermati (e il se è grande come una casa), il risultato elettorale delle elezioni politiche italiane rappresenta quello che sui mercati chiamano 'worst case', la situazione peggiore. I primi numeri infatti indicano un centrodestra che arriva primo ma non ha la maggioranza, con la Lega che potrebbe addirittura superare Forza Italia. Il M5S sarebbe il primo partito ma con il suo 30% e oltre non avrebbe i numeri per formare un governo autonomo. Il Pd crolla, come previsto, e Leu non intercetta i suoi voti se non in minima parte.
Insomma, in Parlamento non ci sarebbe una maggioranza omogenea e individuare uno schieramento di partiti che sostenga un governo potrebbe essere assai arduo. Va però specificato che si tratta di numeri ancora ballerini e che l'elemento di maggiore chiarezza sarà rappresentato dal numero dei seggi che ogni partito avrà in Parlamento.
Quel che poi fa tremare le vene ai polsi all'estero, ma anche in Italia, è che la somma dei partiti che si erano definiti anti-europei e che vengono comunque classificati come antisistema (Lega, M5s e Fratelli d'Italia) ha la maggioranza numerica. Questo non vuol dire che abbiano la maggioranza politica, poiché servirebbe prima un accordo tra loro per dare vita a una compagine di governo. E prima del voto, in campagna elettorale, hanno sempre escluso di volersi alleare.
Ma la sola possibilità numerica, seppure del tutto teorica, fa fibrillare le cancellerie, fa gioire la leader francese del Fronte nazionale Marine le Pen e i principali giornali stranieri stanno mettendo in evidenza proprio questo doppio dato: il Parlamento italiano non ha una maggioranza, e quindi non sarà facile trovare un governo, ma i partiti antisistema rappresentano la maggioranza degli italiani.
I partiti considerati all'estero come più affidabili, da Forza Italia al Pd, sono in calo, Silvio Berlusconi potrebbe perdere la leadership del centrodestra e, se anche Pd e Fi si alleassero, non raggiungerebbero i numeri sufficienti per governare. Il Pd, poi, ha già fatto sapere che se i dati fossero confermati non gli resterebbe che fare opposizione. È quindi al momento impossibile ipotizzare un governo di larghe intese che escluda i partiti no euro di cui si era immaginato in campagna elettorale in caso di stallo.
Ora non resta che attendere i dati reali, che arriveranno però tra molte ore, sapendo che le percentuali non rappresentano un elemento fondamentale, perché la vera differenza sarà fatta dal numero dei seggi parlamentari che ogni forza e schieramento potrà ottenere. Solo allora si potrà capire quali sono gli orientamenti dei partiti, poiché non sarebbe la prima volta che un risultato elettorale forte come quello di domenica sera cambia le carte in tavola e fa cambiare idea ad alcuni.