Ormai è una sfida all’Ok Corral che segue l’onda dei like, dei post e delle tag quella lanciata da Matteo Renzi a chi “inquina” la campagna elettorale e il confronto democratico con le fake news. Due giorni dopo la prima denuncia, il segretario Pd non demorde, e indica chi sono i suoi avversari: Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Ai loro partiti e movimenti, accusa il segretario Pd, sono collegate pagine unofficial che creano e diffondono false notizie, spesso foto o video, che gettano fango sul Pd e collezionano in poche ore centinaia di migliaia di like, diventando virali.
La battaglia "culturale" di Matteo Renzi
Dal palco della sua Leopolda, Renzi attacca i partiti che “escono con gli stessi codici” e assicura che non intende fare una legge come qualcuno aveva ipotizzato. La sua, spiega, è una battaglia “culturale”, che viaggia sulla costante denuncia delle mistificazioni. Per questo ogni 15 giorni il Pd pubblicherà un dossier ufficiale sulle “schifezze che troviamo in rete” e per questo Matteo Richetti ha mette in guardia dall’intreccio anche economico tra alcuni profili social legati a M5s e Lega. Al leader grillino Renzi suggerisce di non chiamare solo l’Osce per controllare la trasparenza delle prossime elezioni ma anche la Casaleggio e associati “visto che i suoi amici continuano a postare schifezze e che li tagga anche lui”.
E al leader leghista suggerisce di andare sì dal notaio con Berlusconi, ma per chiedergli anche come mai pagine unofficial legate alla Lega sono collegate ad alcune di supporter Cinquestelle. “Vi abbiamo sgamato” assicura Renzi, per il quale è arrivato il momento di dire basta a questo attacco continuo.
Tre schieramenti: Pd e alleati, M5s e centrodestra
E dietro allo scatto che porta il segretario a uscire dall’angolo c’è anche la volontà di impostare una nuova campagna elettorale, che metta al centro il Pd, un po’ appannato nelle ultime settimane dopo il confronto-scontro sulle alleanze nel centrosinistra. La battaglia verso il voto di primavera sarà tra tre big, spiega Renzi: Pd e alleati, M5s e centrodestra. Ma il Pd dovrà essere la lepre e gli altri due dovranno contendersi il secondo e terzo posto. In palio, per ora, c’è la coppa di primo partito in Parlamento. Il segretario non anticipa nulla su quel che succederà dopo le elezioni, non parla di governi di larghe intese. La posta in gioco ora è recuperare il più possibile, senza porsi limiti. E insieme al programma per il Paese, il terreno di battaglia, per i prossimi mesi e come è già successo in altri Paesi, sarà anche quello della rete.