Renzi e Gentiloni provano a dialogare, ma è assedio al segretario dem
Il segretario Pd non vuole fare correzioni di rotta alle porte. Eppure chi invoca una svolta punta proprio sul voto sull'isola

Riparte il dialogo tra Matteo Renzi e Paolo Gentiloni dopo lo scontro sulla mozione dem riguardante il governatore di Bankitalia Ignazio Visco.
Confronto a distanza
Il primo dal treno che lo sta portando in giro per l’Italia chiarisce che sulla manovra non aprirà alcun fronte, il secondo da Bruxelles dopo il Consiglio europeo sottolinea come i rapporti tra Pd e governo siano ottimi e punta proprio a mettere in sicurezza la legge di bilancio che dovrebbe arrivare giovedì prossimo alle Camere. Ma il clima di tensione non accenna a diminuire. Il presidente del Consiglio ha fatto sapere che deciderà autonomamente sulla nomina dell’organismo di via Nazionale: sul tavolo restano le candidature dell’attuale governatore, degli ‘interni’ a palazzo Koch, Rossi e Panetta, e degli ‘esterni’ Franco (attuale ragioniere generale dello Stato Franco) e Angeloni (componente Bce Angeloni).
Lo scontro è nel Pd e nel governo
I renziani tirano sull'elenco di chi ha alzato un polverone contro la mozione dem su Bankitalia: da Napolitano a Prodi, da Orlando a Veltroni a finire con Calenda. Nel partito sono sempre di più ad attaccarlo: "ma sono io ad avere i voti", lo scudo alzato dal segretario dem con i suoi. "Peccato che scommettano sempre per la parte sbagliata", dice un fedelissimo dell'ex premier. Niente panico, dunque. "Su Bankitalia è solo una battaglia dei palazzi romani, del mondo della finanza", la tesi sposata da Renzi. "Nessuno - osserva lo stesso Renzi - mi ha chiesto in giro di Bankitalia, io comunque sto con i risparmiatori". "Hanno cercato un regolamento dei conti e hanno fallito", sostiene con i fedelissimi l’ex premier che oggi ha voluto inviare alcuni messaggi chiari, dentro e fuori dal partito.
I messaggi di Matteo Renzi
- Il primo: "Il popolo delle primarie è con me, questo viaggio ha chiarito dove va il Pd".
- Il secondo: "Il tour per l'Italia serve anche per selezionare la classe dirigente".
- Il terzo: "Io sono orgoglioso di quanto abbiamo fatto al governo. Lo ripeterei per i prossimi mille chilometri".
Nessuna correzione di rotta
Quindi sfida sulle riforme e nessuna correzione di rotta alle porte. Neanche se dovesse arrivare una sconfitta alle urne in Sicilia. Eppure chi invoca una svolta nel centrosinistra punta proprio sul voto sull'isola. Pisapia ha organizzato per l'11 novembre l'assemblea nazionale di Campo progressista. In quella occasione lancerà il progetto di una coalizione ampia, attraverso una piattaforma di proposte per verificare le condizioni per un accordo con il Pd, ma su una base di discontinuità che preveda anche le primarie.
Un centrosinistra alternativo
Altrimenti si punterà ad un centrosinistra alternativo: la settimana prossima sono previsti incontri con i Verdi, i radicali, i socialisti, Centro democratico, i sindaci eletti nelle liste civiche, perfino con quella parte di Udc che non guarda al centrodestra. Dunque l'ex sindaco di Milano continua a tessere la tela con la sponda di una parte del Pd. Nessuno all'interno dei dem mira realmente a delegittimare la leadership di Renzi ma il tam tam partito è che il segretario dem resta divisivo e non può andare a palazzo Chigi. Tesi ovviamente respinta dai renziani senza se e senza ma. "Ci hanno provato sulla questione Bankitalia, torneranno all'attacco dopo il 5 novembre, ma la legislatura è finita, tra poco ci sarà solo il voto", tira le somme un altro esponente di spicco del Nazareno.
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