Crisi finita, ma Mattarella vigilerà ancora su due pilastri fondativi dell'Italia

Costituzione e legami internazionali sono l'orizzonte del Paese e il presidente della Repubblica si è assicurato che non vengano abbandonati

Crisi finita, ma Mattarella vigilerà ancora su due pilastri fondativi dell'Italia 
 Alberto PIZZOLI / AFP
Sergio Mattarella-Giuseppe Conte (AFP)

Istituzioni repubblicane ed Europa: sono ancora questi per Sergio Mattarella i pilastri del nostro paese, al termine di tre mesi di crisi durissima. Il governo giura al Quirinale nello stesso giorno in cui cominciano le celebrazioni per la festa della Repubblica. Una festa che ha rischiato di essere teatro di uno scontro istituzionale senza precedenti; poi tutto è rientrato; è nato il governo Conte, i ministri hanno giurato.

Ma Sergio Mattarella ribadisce qual è l'orizzonte dell'Italia: da una parte la Costituzione che disegna un equilibrio istituzionale ben preciso e dall'altra i legami internazionali a cominciare dall' Unione Europea. Nel pomeriggio si è svolto il giuramento, con una cerimonia sobria e rapida caratterizzata dal rispetto del protocollo con strette di mano di prammatica anche tra il Presidente e politici e ministri che si sono scontrati duramente con lui nelle scorse settimane.

Poi il capo dello Stato ha offerto al corpo diplomatico un concerto diretto dal maestro Antonio Pappano: un'occasione per ricordare la centralità dell'apporto italiano all'Unione Europea. Infine il tradizionale ricevimento nei giardini del Quirinale. Vecchia e nuova Repubblica si incontrano e si stringono la mano tra una flute di prosecco e un finger food.

Sergio Mattarella riceve tutti coloro che lo vogliono salutare e ringrazia i tanti che lodano le sue scelte di questi giorni e la sua linea intransigente di rispetto della Costituzione. Poco lontano da lui il neo premier Giuseppe Conte riceve gli auguri da una 'contro fila' di vip politici e imprenditori. Il nuovo ministro dell'economia, Giovanni Tria, rassicura tutti: "Nessuno vuole uscire dall'Euro". Matteo Salvini e Luigi Di Maio, il primo al suo debutto al ricevimento del 2 Giugno, evitano annunci e commenti politici salutano sorridenti poi vanno nei rispettivi ministeri.

Conte cerca di tranquillizzare scettici e preoccupati dalla maggioranza giallo-verde: "Non siamo marziani". Quando il tramonto cede il passo alla notte il presidente lascia il ricevimento dopo aver salutato il premier. Quel che doveva dire lo ha detto, i paletti che doveva fissare li ha fissati. E sono limiti sui quali continuerà a vigilare.



Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it