Il governo si ricompatta contro il "partito dello spread"

In vista delle Europee, la maggioranza si sente di nuovo nel mirino di chi teme un'avanzata sovranista. È quindi il tempo di archiviare le divergenze, sebbene, dopo il voto di maggio, la Lega intenda chiedere al M5s un cambio di passo

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Di Maio e Salvini

Nella Lega ma anche nel Movimento 5 stelle sottolineano come sia tornato a farsi sentire "il partito dello spread", lo stesso - questa la tesi - che poi convinse il governo a ripiegare sul 2,04% del rapporto deficit/Pil, che grida alla manovra correttiva, che spinge le agenzie di rating a soffiare sul fuoco, che punta insomma a far cadere l'esecutivo anche prima delle Europee per inviare un messaggio a tutti i populisti d'Europa.

L'Italia dunque - questo il ragionamento che filtra da fonti parlamentari della maggioranza - nuovamente nel mirino, sotto pressione a causa di una sorta di complotto, attaccata da chi teme il cambio degli equilibri nelle istituzione europee. Un 'refrain' che 'big' M5s e del partito di via Bellerio ripetono sotto traccia, anche per respingere la tesi delle elezioni antipate. "Non ci sarà alcun voto", ha chiarito il vicepremier M5s; il giudizio di Fitch? "Fantascienza", ha ripetuto il vicepremier leghista.

I malesseri della maggioranza

Sia Di Maio che Salvini sono alle prese con malesseri interni alle due forze politiche. Da una parte il ministro del Lavoro e dello Sviluppo si ritrova a fronteggiare i malpancisti che non hanno gradito il voto sul 'caso Diciotti' da parte dei componenti pentastellati della Giunta per le elezioni (altri non vedono di buon occhio neanche la trasformazione del Movimento illustrata dal capo politico); dall'altra il ministro dell'Interno è costretto a placare chi si aspettava passi avanti sul percorso dell'autonomia, sulla Tav e sui provvedimenti economici. "Ma l'attacco del sistema - osserva un 'big' del Carroccio - rafforza questo governo e il patto tra i due, non lo indebolisce".

Le tensioni sui vari dossier restano e in ogni caso la Lega chiederà all'alleato di governo - dopo il voto in Sardegna - di cambiare passo. Di sbloccare per esempio i bandi di gara sulla Torino-Lione e di recuperare il rapporto di fiducia con le imprese.

La crisi del M5s è un problema anche per la Lega

"Il timore - spiega un dirigente della Lega - è che l'immobilismo M5s e magari una nuova sconfitta al voto possano travolgere anche noi a lungo andare". Ma il segretario del partito di via Bellerio da tempo, ripetono i suoi, ha indicato la rotta: alleanza con il centrodestra solo alle regionali, a livello nazionale si va avanti con Di Maio. Dunque nessuna ripercussione sull'esecutivo anche se permangono i timori sulla ripresa economica (Giorgetti volerà nei prossimi giorni negli Stati Uniti per fugare i dubbi degli investitori stranieri).

Nel frattempo in settimana partirà il percorso sul reddito di cittadinanza e su 'quota cento'. Si prevede l'arrivo di emendamenti del governo ma nella sostanza il 'decretone' non dovrebbe essere piu' modificato. Poi partirà il rush finale per l'appuntamento di maggio. Con l'obiettivo di rivoluzionare radicalmente l'Europa e uscire dall'operazione isolamento dell'Italia portata avanti - sottolinea sia nella Lega che nel Movimento 5 stelle - da chi ha paura del cambiamento".



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