Dopo l'ultimo pressing dem, Pisapia getta la spugna

L'ex sindaco di Milano gela Renzi: "Non ci sono più le condizioni per andare avanti"

Giuliano Pisapia ritiro candidatura

Le telefonate di Fassino​, Zanda e Franceschini. E anche un sms di Matteo Renzi a Giuliano isapia​. Il Pd ha cercato ieri di portare avanti l'ultimo pressing sull'ex sindaco di Milano per cercare di convincerlo a continuare nel suo impegno di costruire una lista di centrosinistra. Il Partito Democratico ha fatto sapere all'avvocato milanese, soprattutto tramite Fassino e Zanda, che ci sarebbe stato ancora spazio per approvare lo ius soli al Senato. È stato condotto un ennesimo tentativo di trovare i numeri a palazzo Madama, ipotizzando anche la questione di fiducia, ma Pisapia ha sciolto la riserva gelando anche gli interlocutori del Pd: "Non ci sono più le condizioni per andare avanti".

Il nodo dello ius soli

Ha pesato - spiega chi gli ha parlato a lungo - soprattutto la decisione di inserire il provvedimento sulla cittadinanza ai minori stranieri all'ultimo punto del calendario. Anche perché da ieri mattina nei palazzi di Camera e Senato è insistente la voce che la legislatura potrebbe concludersi subito dopo Natale dopo l'eventuale via libera sul biotestamento​ e l'approvazione della legge di bilancio.

Già ieri mattina gli ex Sel di Campo progressista hanno comunicato a Pisapia la decisione di volersi avvicinare al percorso di Grasso, insieme - questa la posizione espressa - al presidente della Camera Laura Boldrini. Per tutta la giornata si sono susseguite riunioni alla presenza dell'ex sindaco di Milano. Con il confronto di due schieramenti: da una parte Ferrara, Furfaro, Zaratti; dall'altra Tabacci, Monaco, Catania. I centristi hanno provato ad allungare i tempi della decisione finale, sottolineando la necessità di non rompere la tela del dialogo con il Pd, mentre gli ex Sel hanno fatto presente che senza l'ok allo ius soli la posizione elettorale di Campo progressista sarebbe stata più debole.

"Ci abbiamo provato, ho fatto il possibile"

"Non posso che prendere atto di queste decisioni, non ci sono più le condizioni per continuare": questa la sintesi di Pisapia che al termine dell'incontro ha messo nero su bianco il suo ragionamento: "Ci abbiamo provato, ho fatto il possibile. Il nostro obiettivo, fin dalla nascita di Campo Progressista, è sempre stato quello di costruire un grande e diverso centrosinistra per il futuro del Paese in grado di battere destre e populismi".
Campo Progressista continuerà l'impegno "per l'approvazione di norme di civiltà per il nostro Paese" ma con il passo indietro di Pisapia alcuni parlamentari proveranno ad entrare nel Pd mentre altri si avvicineranno al progetto di Grasso e Bersani. L'ex sindaco di Milano durante la riunione ha spiegato di considerare sbagliata la strada di 'Liberi e Uguali' in quanto divisiva, pur esprimendo rispetto per chi intenderà seguirla. E allo stesso tempo ha giudicato errato il percorso di chi all'interno del Pd non si è speso per sostenere lo sforzo di tenere unita la coalizione di centrosinistra.

Lo stop dello ius soli, ha sostenuto Pisapia con i suoi, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, io sono coerente e ne traggo le conclusioni. A parere dell'ex sindaco di Milano, spiega chi ha partecipato alla riunione di ieri, il centrosinistra sarà costretto a pagare queste divisioni.
Al momento, sottolinea un esponente centrista vicino a Pisapia, non ci sono le condizioni per formare una sorta di 'lista civetta' al fianco dei dem. Ed ora all'interno di Campo Progressista è scontro: "I traditori di Pisapia, quelli legati alla poltroncina, senza un voto e che hanno lavorato in questi giorni per affossare il progetto di Campo progressista, sono finalmente usciti allo scoperto", è l'ira del deputato Ragosta. A sinistra c'è chi come i Verdi e il movimento di Civati invitano l'ex sindaco di Milano a non demordere ma la decisione dell'avvocato milanese è ormai presa.

Le ironie sul contemporaneo ritiro di Alfano

"La decisione di Pisapia dispiace molto", dice Zanda mentre nel centrodestra ironizzano sul contemporaneo passo indietro di Pisapia e Alfano nello stesso giorno: "E dopo Bersani, Prodi e Enrico Letta, Renzi fece fuori anche Angelino Alfano e Giuliano Pisapia? Stanno sempre tutti più sereni. Sinistra e Pd sempre più in frantumi", sostiene Brunetta. "In questo modo andremo a sbattere", sottolineano dalla minoranza del Pd ma il partito del Nazareno continua per la sua strada e prevede comunque una lista a sinistra, magari guidata dal sindaco di Cagliari Zedda, una formazione centrista con Casini e Lorenzin e la lista di Emma Bonino. Tra gli ex Sel, invece, già Melilla, Bordo, Nicchi e altri avevano aderito al progetto di Grasso e Bersani. 'Liberi e uguali' sta lavorando al programma e nei prossimi giorni presenterà il simbolo. 



Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it