La scelta dei candidati di Lega e M5s alle elezioni europee
Rush finale per decidere i nomi. Sullo sfondo, le tensioni tra i due alleati, con il M5s preoccupato dal calo dei consensi

Le tensioni sul Def e sui contenuti del decreto crescita, con la possibilità che le norme a tutela dei risparmiatori coinvolti nel crac delle banche, restano sullo sfondo, con M5s e Lega che continuano a pressare il ministro dell'Economia, Giovanni Tria. E a dividersi, come sul caso Assange, con la Lega che ha scelto il basso profilo e ritiene che Assange debba affrontare la giustizia mentre gli alleati di governo lo difendono a spada tratta.
Pentastellati e leghisti sono impegnati per ora nel rush finale delle candidature per le Europee. Nelle liste del Carroccio ci sarà di sicuro l'economista Antonio Maria Rinaldi ma non è previsto, riferiscono altre fonti, un 'Mr preferenze'. Di Maio, che ha annunciato cinque donne come capilista, ha dovuto far fronte ad alcune rinunce dell'ultima ora, tra cui l'assessora all'Innovazione del Comune di Torino, Paola Pisano.
"La quiete prima della tempesta"
Il vicepremier presenterà l'elenco oggi ma giovedì sera, durante la riunione M5s alla Camera, sono emersi anche dei mugugni tra alcuni presenti sul fatto che le figure scelte possano attirare voti. Molti pentastellati hanno fatto presente a Di Maio che Salvini va dappertutto in campagna elettorale; il vicepremier M5s ha confermato - sottolinea chi era presente all'incontro - che anche M5s sarà in piazza in vista del 26 maggio.
"Magari saranno pochi eventi: a Napoli, Roma e nelle principali città", spiega un esponente M5s che non nasconde che tra i motivi c'è anche la possibilità che vengano fatti confronti con il passato. Ma la convinzione del responsabile dello Sviluppo e del Lavoro è che alle Europee non ci sarà alcuna erosione del consenso. Una preoccupazione però che i 5 stelle non nascondono: finire sotto il 20% porterebbe all'implosione della situazione, il 'refrain' di molti nel Movimento. "Siamo alla quiete prima della tempesta", dice un 'big' della Lega, alludendo al malcontento tra i dirigenti del partito di via Bellerio.
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