Cosa succede nel centrodestra dopo il referendum

Berlusconi non vuole lasciare alla Lega la bandiera dell'autonomia. E si prepara alla campagna di Sicilia

Cosa succede nel centrodestra dopo il referendum

Maria Stella Gelmini lo dice senza mezza termini: "Berlusconi è stato decisivo" nella partita del referendum. Del resto è lo stesso Cavaliere nel pomeriggio di lunedì a rivendicare con una nota il suo impegno. L'ex premier si è detto "soddisfatto per il risultato dei referendum della Lombardia e del Veneto che abbiamo sostenuto con convinzione". Un modo dunque per sottolineare il suo appoggio a Maroni. "Era giusto consentire ai cittadini di esprimersi, ed ora è necessario che da questo voto nasca un processo di riforma federalista, che avvicini le scelte di governo alla gente", sottolinea l'ex presidente del Consiglio che ci tiene a ribadire la necessità di salvaguardare l'unità nazionale e ad evitare fughe in avanti. Perché i governatori del nord chiedono poteri speciali, quando per Forza Italia la strada maestra è il federalismo senza lasciare indietro nessuno.

Oggi la Sicilia, domani il governo

"Ora comincia una fase nuova - dice l'ex premier - e credo che toccherà a noi, quando torneremo alla guida del Paese dopo le elezioni, dare compiuta attuazione a una riforma che potrà riguardare tutte le regioni italiane". Berlusconi in realtà guarda soprattutto al voto siciliano. Al di là della preoccupazione di qualche big azzurro per la strada troppo 'autonoma' percorsa da Musumeci, c'è la convinzione di poter arrivare al governo proprio tramite il voto del 5 novembre. Per questo motivo l'ex presidente del Consiglio sarà nell'isola nel weekend. "Il referendum - sottolinea un 'big' del partito - aveva solo un valore simbolico, la Sicilia ha invece un significato politico".

La Lega tiene duro nella lotta per la leadership

"Siamo in sintonia con gli elettori", rilancia il Cavaliere, che non teme ripercussioni sulla leadership dopo l'esito del referendum. Salvini ha scelto di mantenere un basso profilo ma i fedelissimi del segretario del Carroccio ribadiscono che la consultazione peserà eccome nella partita sul centrodestra. Non solo su chi dovrà guidare la coalizione ma anche sui programmi. Berlusconi però non intende né consegnare la bandiera dell'autonomia al Carroccio né la guida della coalizione. Frena i suoi che temono risvolti sulla contrattazione sui collegi e rinvia ogni discussione alle prossime settimane. "Noi - ripete il Cavaliere ai suoi - restiamo l'unica forza politica nazionale, il centrodestra vince solo se a guida moderata".



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