Le ragioni della missione di Mattarella a Berlino
Il 22 gennaio Merkel e Macron si vedranno ad Aquisgrana per firmare un accordo di cooperazione che rischia di mettere in secondo piano gli altri Paesi Ue, a partire dall'Italia. Il capo dello Stato ha inoltre affrontato con la Cancelliera il tema delle elezioni europee

Perché Sergio Mattarella è volato a Berlino, con il freddo che fa a gennaio da quelle parti, per due giorni di visita ufficiale? Due sono le date che aiutano a spiegare questa missione invernale del presidente della Repubblica: 22 gennaio e 26 maggio. Martedì 22, ad Aquisgrana la città cara a Carlo Magno, Angela Merkel ed Emmanuel Macron si incontreranno per firmare un accordo di cooperazione e integrazione che metterà gli interessi di Francia e Germania al primo posto, anche se l’obiettivo ufficiale è ridare impulso alla locomotiva franco-tedesca per far ripartire l’intera Europa.
Merkel apprezza lo "stile pacato" di Conte
Mattarella, nei suoi colloqui con la Cancelliera, con il presidente Frank-Walter Steinmeier e con il presidente del Parlamento Wolfgang Schauble, ha perorato la causa italiana, cercando di mantenere agganciata Roma al gruppo di testa della Ue. E in parte c’è riuscito, perché ha rassicurato che le misure di quota 100 e reddito di cittadinanza sono in linea con i saldi complessivi già previsti dalla manovra accettata da Bruxelles, ha incassato da Angela Merkel un apprezzamento per “lo stile pacato” di Giuseppe Conte, definito affidabile, ha ottenuto l’appoggio tedesco alla politica italiana in Libia (che è in competizione con quella francese) e alcune garanzie anche sul fronte dell’accoglienza dei migranti.
La concretezza teutonica della Cancelliera è emersa nel colloquio quando ha fatto presente a Mattarella che l’importante è risolvere i problemi e che non si farà distrarre dalle dichiarazioni a volte sopra le righe dei ministri del governo giallo-verde e dalle loro scelte di politica estera.
Un voto cruciale
Ma la data che più preoccupa tutti in Europa è quella del 26 maggio, quando saranno chiamati a votare 400 milioni di cittadini. Uno dei più grandi momenti di democrazia diretta al mondo, che determina e indirizza la politica di una delle prime quattro potenze globali. Ma il rischio di un ritorno della recessione, spinte disgregative dei singoli paesi e le politiche aggressive delle altre tre potenze (Usa, Cina e Russia) che vedono l’Europa come un competitor, rischiano di destabilizzare l’intero continente portandolo a una frammentazione utile solo ai suoi nemici. Al di là delle scelte che faranno i cittadini europei nelle urne, Angela Merkel ha espresso tutta la sua preoccupazione per il rischio che ci siano forze ostili che usano le fake news per picconare l’Unione europea.
Né sovranismo, né "zerovirgola"
Mattarella da mesi, e anche a Berlino, predica la stessa ricetta: solo riformando e rafforzando l’Europa, la si salva. Ed è un discorso che vale a convincere chi vuole, o voleva, buttare all’aria l’intera costruzione. Ma cerca anche di spingere chi ha impresso una impostazione troppo legata agli zero virgola e alla austerity ad ammorbidire gli spigoli. Se si vuole far di nuovo appassionare gli europei all’Europa, pensa il Presidente della Repubblica, si deve spiegare perché e quanto stiamo meglio insieme piuttosto che divisi, quali sono i vantaggi ad avere un’unione a 27 Paesi.
Si deve usare la seduzione, non la costrizione, insomma. Mattarella ha trovato in Merkel orecchie attente a questo discorso, tanto che la Cancelliera, durante la durissima trattativa con Bruxelles sulla manovra, è stata alleata dell’Italia dietro le quinte. Un esempio di quanto sia meglio allentare un po’ il rigore, per evitare di perdere un’intero Paese, un modello, in vista delle elezioni europee, se non si vuole mandare a gambe all’aria l’intero continente.
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