Luca Lovati, 69 anni, restauratore, allievo e assistente storico di Agostino Bonalumi, ha perso la vita dopo essere caduto da una scala sulla quale era salito per intervenire su una delle opere che saranno esposte nella grande mostra al Palazzo Reale di Milano dedicata al pittore astrattista scomparso 5 anni fa. La dinamica dell'incidente sarà chiarita dalla Procura che indaga per omicidio colposo. Il comune di Milano ha deciso di annullare l'inaugurazione della mostra 'Pino Pinelli. Pittura oltre il limite', sempre a Palazzo Reale. Il sindaco Sala ha espresso il proprio cordoglio in un tweet.
Luglio caldo per l’arte contemporanea a Milano con l’inaugurazione a Palazzo Reale di importanti mostre.
Ad Agostino Bonalumi, artista milanese scomparso cinque anni fa, la città dedica la prima antologica con 120 opere che illustrano tutto il suo percorso creativo.
Si parte dal 1958 anno in cui nasce il gruppo Bonalumi-Castellani-Manzoni con una mostra alla Galleria Pater di Milano. È il periodo glorioso dell’arte contemporanea italiana con le sperimentazioni che portano a un profondo rinnovamento del linguaggio pittorico. È il periodo della rivista Azimuth, fondata nel 1959 da Piero Manzoni ed Enrico Castellani, che proponeva l'azzeramento totale dell'esperienza artistica precedente per un rinnovato inizio.
Bonalumi, Castellani, Manzoni, Fontana sono i protagonisti di quel periodo. Ognuno segue una propria strada originale, ma tutti si muovono nella direzione di una pittura che supera i limiti imposti dal piano della tela – mai sfidati prima di ora –creando uno spazio nuovo.
Laddove Fontana aveva tagliato la tela, l’aveva forata per penetrare la profondità di uno spazio metafisico, Agostino Bonalumi con le sue estroflessioni, forza la tela e la deforma, la espande per occupare uno spazio verso il quale mai prima i pittori avevano osato spingersi. Con le estroflessioni Bonalumi crea effetti di luci e ombre che cambiano con il cambiare della sorgente luminosa, ma gioca anche con esse (nelle opere degli anni Settanta e Ottanta) creando ombre prospettiche contrarie a quelle che nascerebbero naturalmente. Obiettivo: disorientare lo spettatore e rompere con la tradizione della prospettiva pittorica tradizionale e realistica.
La tela diventa oggetto, vive il luogo circostante, respira difronte allo spettatore. L’estroflessione diventa rapidamente la cifra stilistica di Bonalumi che mai però lo imbriglia in forme ripetute. Geometrica, paratattica, tondeggiante, irregolare, l’estroflessione cambia negli anni ed evolve pur restando sempre formalmente rigorosa, come il pensiero dell’artista.
Le tele, monocromatiche, hanno come protagonisti colori decisi: blu, rosso, giallo, nero e sottolineano il carattere forte delle sue opere, un carattere che non viene mai meno neanche quando il colore è assente e dilaga il bianco.
La mostra a Palazzo Reale è la più completa dedicata a Bonalumi e celebra uno dei maggiori astrattisti a livello mondiale. Il percorso espositivo, ordinato cronologicamente, è caratterizzato dalla presenza di tre grandi installazioni: la prima è Blu abitabile, un’opera di pittura-ambiente, realizzata per la mostra “Lo Spazio dell'Immagine” di Foligno nel 1967. La seconda è la ricostruzione dell’opera Struttura modulare bianca, presentata per la prima volta nella sala personale alla XXXV Biennale d’Arte di Venezia del 1970, un’installazione composta da una serie di moduli che si innalzano verso l’alto, mentre la terza propone una parete di grande superficie, esposta nel 2003 all’Institut Mathildenhöhe, Darmstadt, in Germania.
Il percorso espositivo si completa con un focus dal titolo Agostino Bonalumi. Spazio, ambiente, progetto allestito al Museo del Novecento. Qui si approfondisce un aspetto non molto conosciuto della sua ricerca, quello che tra il 1967 e la fine degli anni Settanta lo condusse a pensare, progettare e creare opere ambientali di grandi dimensioni. Esposte otto opere su carta che rivelano l’accuratezza e la precisione di un pensiero costante sullo spazio.
Come sottolinea Marco Meneguzzo, curatore della mostra “Bonalumi ha trovato la chiave per dare un’immagine dell’arte strettamente aderente alla società che si stava formando, aprendosi finalmente alla vera modernità, continuando a sperimentare fino alla fine dei suoi giorni”.