Dalle community alle comunità: quali opportunità per PA e cittadini?
Il territorio italiano è uno straordinario “contenitore di comunità”, che rappresentano risorse preziose, ma che, purtroppo, negli ultimi anni sono anche sottoposte all’usura dei radicali e spesso traumatici cambiamenti sociali ed economici

Cosa è davvero importante nella nostra vita? Molti di noi, probabilmente, risponderebbero: “Il rapporto con gli altri, essere parte di qualcosa, di una comunità”, cioè di un gruppo in cui, usando le parole di Ferdinand Tonnies, le persone restano saldamente “unite nonostante le differenze che le separano”.
In una lettera aperta scritta qualche tempo fa alla figlia appena nata, il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, spiegava che tra i suoi principali progetti per il prossimo futuro c’è quello di superare l’idea di far entrare le persone semplicemente in "connessione", per cercare piuttosto di farle diventare “comunità”. L’evoluzione tecnologica presenta infatti tra i suoi vari effetti collaterali anche lo stimolo di un pericoloso solipsimo digitale e, quindi, di un allentamento dei rapporti umani a livello culturale, emotivo, psicologico e perfino fisico. Se la connessione è l’illusione di una rete di rapporti, la comunità è invece l’essenza stessa di un reticolo relazionale basato su vera coesione e utile interazione.
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Secondo Zuckerberg, in particolare, i social network dovrebbero investire sul recupero del concetto di comunità “per sostenerci, per tenerci al sicuro, per informarci, per l’impegno civico e per l’inclusione”. Ma occorre imparare a sfruttarli bene, progettare un nuovo approccio, definire strategie e prospettive che mettano la comunicazione al servizio delle comunità, per sostenerle piuttosto che sostituirle con “connessioni”.

Proprio di questo discuteremo il 6 giugno al Pa Social Day del Lazio (ore 9:00-13:30, Sala Italia - ENIT, Via Marghera 2, Roma) con esperti del settore e social media strategist di Comuni, la partecipazione di Datastampa che è sponsor dell’evento in tutta Italia, enti e servizi di promozione del territorio operanti nel Lazio.
Il territorio italiano è uno straordinario “contenitore di comunità”, che rappresentano risorse preziose, ma che, purtroppo, negli ultimi anni sono anche sottoposte all’usura dei radicali e spesso traumatici cambiamenti sociali ed economici.
Le nostre comunità sono emerse in tutta la loro potenza soprattutto in recenti drammatici eventi, come ad esempio i terremoti che negli ultimi anni hanno scosso varie regioni italiane. In questi casi, la comunità ha offerto riparo, sostegno e stimolo alla ripresa. Ha protetto le persone e i beni, ha letteralmente salvato vite. Abbiamo visto, proprio in questi eventi, come i social media possano essere utili alle comunità. Perché hanno aiutato a diffondere informazioni, coordinare gli interventi, veicolare le richieste di aiuto. Hanno unito le persone nel momento in cui cercavano notizie, rassicurazioni o semplicemente contatto. E, dopo la prima emergenza, hanno aiutato a tener viva l’attenzione sui problemi della vita quotidiana, a raccogliere fondi, a supportare i legami tra chi, rimasto senza casa, si è dovuto allontanare dal suo territorio. Hanno, nel complesso, spesso funzionato come fondamentale infrastruttura, fisica e ideale, per tenere unite le comunità.
L’auspicio è che queste ottime esperienze aiutino a raggiungere quel coordinamento tra attori della comunicazione in emergenza, pratica che ha permesso al sistema di protezione civile italiano di diventare una delle eccellenze nazionali ammirata in tutto il mondo.
Ma, oltre alle emergenze, possiamo constatare quotidianamente la vocazione comunitaria dei social media. Ad esempio nelle esperienze di cittadinanza attiva; nella nascita di coordinamenti territoriali, dalla strada al quartiere fino al comprensorio di Comuni, per raccogliere le energie civiche al servizio delle esigenze di sicurezza, del rapporto collettivo con le istituzioni, della gestione diretta di istanze quotidiane legate alla vita comune; o ancora nella riedizione, nell’upgrade potremmo dire, di esperienze digitali gloriose come quelle collegate alle reti civiche, che trovano nelle possibilità offerte dai social media una nuova linfa rivitalizzante.
Il Lazio è una terra di identità forti e radicate. Abbiamo pensato che proprio in questa regione l’associazione PA Social debba doverosamente partire da una riflessione e un lavoro importante sulle comunità. Un lavoro che possa provare a seguire quel percorso indicato da Zuckerberg che punta a collegare community digitali e comunità reali, mettendo le prime al servizio delle seconde e puntando le seconde a rivitalizzarsi utilizzando le possibilità offerte dalle prime.
Per farlo puntiamo su tre parole chiave: conoscenza, formazione, collaborazione. Studiare come le comunità utilizzano i social media per definire un quadro di limiti e potenzialità. Offrire un pacchetto di strumenti per sostenere il potenziamento comunicativo di chi è al servizio delle comunità. Infine, sviluppare una vocazione di servizio, mettendo a disposizione il variegato patrimonio di competenze e conoscenze di cui i numerosi comunicatori - parte della nostra rete - sono portatori. I passi da compiere sono quelli che portano ad un coordinamento ancora più efficace e organizzato tra tutte le istituzioni che si occupano di comunità. Saper comunicare sui social per ridurre il “rumore” delle comunicazioni non necessarie e ottimizzare quelle necessarie è la vera sfida del prossimo futuro.
Un progetto ambizioso, ma concreto e realizzabile. Tutto quello che serve è già disponibile. Occorre solo usarlo. In effetti, citando nuovamente Zuckerberg, occorre ricordare che: “Le comunità già esistono, pensa piuttosto a come aiutarle a fare quel che vogliono fare”.
Coordinatori Pa Social Lazio
Alessia Freda
Gianluca Garro
Emiliano Germani
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