I social rappresentano per la pubblica amministrazione un'opportunità immensa: quella di farsi conoscere senza barriere, quella di superare la burocrazia e parlare direttamente ai propri utenti con la lingua che essi più capiscono, con parole semplici, dirette. Con le piattaforme social a nostra disposizione cerchiamo di creare un rapporto stabile, basato sulla fiducia e sulla puntualità della presenza della pubblica amministrazione nel fornire aiuto e risposte.
L'INAIL, per la materia che tratta, è una pubblica amministrazione decisamente “social”; parliamo di infortuni, di malattie, di dolore, di assistenza e di riabilitazione, a volte di rinascita.
Proprio da questa necessità di far conoscere quanto di buono viene fatto sul territorio da parte dei colleghi dell'Istituto, parte l’idea di creare una rubrica fissa sulla pagina Facebook Inail chiamata “Le Belle Storie”. E queste belle storie sono diventate un innegabile successo, perché avere 28000 visualizzazioni, 5000 click sulla notizia e più di 500 Mi Piace su un post rappresentano numeri che sembrano essere quelli di una pagina di un cantante pop o di un attore famoso, più che di un ente pubblico che fa previdenza.
La pubblica amministrazione quindi non è solo burocrazia e non va in prima pagina sui giornali solo quando sbaglia, chiede somme irrisorie oppure emette provvedimenti nei confronti di defunti. La pubblica amministrazione è fatta di uomini e di donne che lavorano e che giornalmente, almeno per quello che riguarda l'INAIL, vengono in contatto con realtà forti, difficili, che lasciano innegabilmente dentro una traccia.
Ed è proprio su queste tracce che si muove la nostra narrazione, una narrazione semplice, supportata da foto e video, che lascia raccontare i nostri utenti e che lascia scorrere nella mente le immagini della loro rinascita, il più delle volte dopo un infortunio, ma anche dopo la frequenza di un corso INAIL o dopo che l’Istituto li ha aiutati nell’individuare un nuovo quadrante di vita.
Non so per quanto continuerà la pubblicazione di queste Belle Storie, ne abbiamo quasi una ventina già in cantiere.
So solo che intorno ad esse l'Istituto può fare squadra, riconoscendosi in un'attività che giorno per giorno dà la mano a persone che hanno spesso incontrato il dolore e la sofferenza, riuscendo a tagliare e diradare quella nebbia che a volte non lascia vedere quanto di buono c’è nel lavoro quotidiano di ogni pubblica amministrazione.