Lo Yemen è a un passo dalla catastrofe

A rischio l’ingresso di rifornimenti essenziali per la sopravvivenza di milioni di persone

oxfam yemen

Si inizia a far fatica a trovare nuovi aggettivi o a trovare nuovi approcci per rendere centrale nel dibattito pubblico la crisi che ha colpito lo Yemen. Siamo entrati nel quarto anno del conflitto e il Paese ha battuto ogni record in termini di indicatori della crisi, nonostante se ne parli poco, troppo poco.

I record che non fanno notizia

Su una popolazione di 29 milioni di persone, più di 22 hanno bisogno di assistenza umanitaria e di questi 11,3 si trovano in condizione di grave bisogno. In Yemen ci sono 17,8 milioni di persone che soffrono di insicurezza alimentare e questo dato è destinato a peggiorare, dal momento che l’escalation dei combattimenti nella zona del porto di Hudaydah, il principale punto di accesso dello Yemen, rischia di bloccare l’ingresso di aiuti nel paese: da qui passano il 70% dei rifornimenti alimentari, oltre che medicine e altri beni essenziali per salvare la vita di milioni di persone allo stremo.
 
Oltre alle centinaia di famiglie ad Hudaydah che sono state costrette ad abbandonare le proprie case negli ultimi giorni, a causa dell’intensificarsi del conflitto, le vittime saranno quegli 8,4 milioni di persone che soffrono di grave insicurezza alimentare e che si trovano sull’orlo della carestia. Questo dato è cresciuto del 24% rispetto al 2017.

Acqua sporca per sopravvivere

Lo Yemen è a un passo dalla la carestia e la situazione peggiora giorno dopo giorno. Se il rifornimento di cibo, carburante e medicine sarà bloccato non ci sarà più speranza: sempre più famiglie non avranno niente da mangiare, resteranno senza assistenza sanitaria e saranno costrette a seppellire i propri cari. Fino a oggi abbiamo assistito solo a distruzione e morte.
 
A completare il quadro, oltre 16 milioni di persone nel paese devono sopravvivere con acqua sporca e, con metà delle strutture sanitarie distrutte, buona parte della popolazione non ha accesso ai servizi sanitari di base. Un dato che ha contribuito all’esplosione della più grave epidemia di colera della storia recente che, dopo aver contagiato oltre 1,1 milioni di persone e causato 2.200 vittime, continua a diffondersi tra la popolazione.

Insostenibile poi l’aumento esponenziale dei prezzi dei beni alimentari di base (in media del 47%) e il rischio di esaurimento delle scorte di carburante. Il 90% del cibo in Yemen viene importato, così come il carburante necessario per gli ospedali e tutte le strutture vitali per soccorrere la popolazione che per il 50% metà passa dai porti di Hudayah e di Al-Salif.

Agire subito per evitare la catastrofe

La comunità internazionale non può più girarsi dall’altra parte, ma invece deve esercitare tutta la pressione diplomatica possibile sulle parti in conflitto, per arrivare a un cessate il fuoco e a un ritorno al tavolo dei negoziati per porre fine a una guerra, che ha già causato oltre 5.500 vittime e raso al suolo l’intero paese. Se non verrà trovata una soluzione per consentire un normale flusso degli aiuti sarà catastrofe.

Chiediamo al nuovo Governo, che si è impegnato a lavorare alla soluzione della crisi in Yemen, di attivarsi prima possibile a supporto del nuovo Inviato Speciale al fine di trovare una soluzione politica al conflitto. Non c’è più tempo.

L’impegno di Oxfam per salvare vite

Oxfam lavora in Yemen dal 1984 e da luglio 2015 ha portato aiuto ad oltre 2,8 milioni di persone per fornire acqua pulita e cibo alla popolazione in nove governatorati del Paese. Si può sostenere l’impegno di Oxfam per salvare vite qui.



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