In un G7 contrassegnato da un comunicato finale più breve e più evasivo del solito rispetto ai temi dello sviluppo sostenibile, nel quale i leader non hanno fatto mistero della divergenza di vedute su alcuni temi, come il cambiamento climatico, un motivo importante di soddisfazione - in parte sottovalutato dalle cronache del summit - è stato l’adozione da parte dei Capi di Stato e di Governo di una Roadmap per un Gender Responsive Economic Empowerment – ovvero per l’empowerment economico delle donne.
Un tema cruciale, come spesso Oxfam ha sottolineato nei mesi precedenti al summit, anche nel quadro della partecipazione al W7 dello scorso aprile insieme a oltre duecento rappresentanti della politica, del business, dell’accademia e della società civile dei paesi G7. Un appuntamento i cui risultati sono anch’essi stati richiamati dalle conclusioni del summit.
Dal G7 un messaggio importante
Siamo lieti che il G7 abbia posto attenzione a questi temi con un approccio ampio all’empowerment economico delle donne, che non guarda solo alla loro partecipazione nel mercato del lavoro, ma si focalizza sull’importanza di promuoverne l’accesso al lavoro di qualità. Un messaggio importante, che contiene la volontà di agire per contrastare la disuguaglianza salariale e i posti di lavoro precari, troppo spesso ricoperti da lavoratrici a rischio povertà.
Tuttavia, un punto che avremmo voluto vedere maggiormente enfatizzato nel documento riguarda la necessità di sostenere e finanziare adeguatamente i servizi sanitari, educativi, sociali pubblici che hanno un ruolo fondamentale nel migliorare la partecipazione delle donne all’economia.
Appuntamento al G7 del Canada
Il documento incoraggia i governi G7 a stabilire forme di gender budgeting che possano evidenziare ed agire sulla relazione tra povertà e disuguaglianza di genere. L’Italia e il Canada sono già andati in questa direzione, e ci auguriamo che anche gli altri paesi G7 possano farlo. Al Canada, sede del prossimo vertice dei 7, spetta ora il compito di dettagliare maggiormente questa Roadmap dotandola di indicatori e meccanismi di monitoraggio – dalla visione all’azione. Con un Paese il cui leader si è definito femminista, speriamo che questo primo passo possa avere un seguito.