Il mercato dello streaming musicale continua a crescere in Italia

Il digitale rappresenta oggi il 73% del mercato italiano, in rapporto anche all’ulteriore declino del fisico, sceso del 26%, escluso il vinile che con +4,8% ha proseguito la sua curva di crescita coprendo il 31% di tutto il mercato dei supporti fisici

mercato streming musica 
PETER STEFFEN / DPA / DPA PICTURE-ALLIANCE
Musica in cuffia

Primi sei mesi all’insegna dello streaming in abbonamento che cresce ancora nel nostro Paese. Smartphone, rap e playlist condivise sembrano essere il mood preferito degli italiani, soprattutto giovanissimi, che stanno dando una definitiva svolta tecnologica al mercato musicale italiano. Lo streaming, tra Spotify, Amazon, Apple e YouTube rappresenta il 63% di tutti i ricavi dell’industria discografica, ed è cresciuto ancora con percentuali elevate, generando oltre 54 milioni di euro nei primi sei mesi del 2019.

In particolare, una buona performance è arrivata dagli abbonamenti, che hanno prodotto un ricavo in crescita del 32% rispetto al 2018. In trend positivo anche i ricavi dall’ad-supported audio, che nella prima metà dell’anno hanno superato quelli del video sharing. Complessivamente il digitale rappresenta oggi il 73% del mercato italiano, in rapporto anche all’ulteriore declino del fisico, sceso del 26%, escluso il vinile che con +4,8% ha proseguito la sua curva di crescita coprendo il 31% di tutto il mercato dei supporti fisici. Complessivamente, dunque, il segmento fisico rappresenta il 27% del mercato, oltre dodici punti di percentuale in meno rispetto al 2018.

Un primo semestre che ha confermato il particolare dinamismo della musica italiana, al top sia negli album (otto titoli nei primi dieci), come nei singoli (sette su dieci). Giovanissimi artisti come Ultimo e Mahmood hanno rispettivamente dominato le classifiche, il primo con tre album in top ten e il secondo con record di stream per un artista italiano su Spotify. Hip hop, rap e trap continuano a trascinare le vendite in Italia, grazie al particolare mix tra cultura della generazione Z e tecnologie.

L’intero mercato discografico ha generato nel primo semestre 86 milioni di euro (+5%). Da segnalare, naturalmente, anche la buona prestazione del bonus cultura 18app, che nel primo semestre ha sviluppato un fatturato di circa 11 milioni di euro: nel 2019 sono stati infatti circa 430 mila i diciottenni che hanno aderito all’iniziativa. Complessivamente, nel 2018, il bonus cultura aveva pesato per 21 milioni di euro nel segmento discografico.

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Tra i trend positivi anche quello sul calo della pirateria. Secondo gli ultimi dati raccolti dalla società Similarweb il fenomeno della contraffazione digitale e della diffusione abusiva di musica online tramite web e mobile è sceso del 35% rispetto a marzo 2018; ma, se viene considerato un periodo più esteso (relativo a due anni), il calo registrato è di oltre il 50%. Nei primi tre mesi del 2019 il declino è stato del 10% circa (sia da mobile che da desktop), a conferma che tutti i segmenti della pirateria hanno subito un drastico ridimensionamento nel nostro Paese.

Sul piano dell’enforcement molti degli effetti derivano dall’applicazione del regolamento Agcom - in vigore ormai dal 2013 e di recente adattato anche ai nuovi fenomeni - e dagli interventi in sede penale svolti dalla Guardia di Finanza nel corso degli anni. È sicuramente un insieme di fattori che ha contribuito a questo risultato. Da un lato, come abbiamo visto anche dei numeri del mercato, l’offerta digitale, grazie allo streaming è cresciuta in modo significativo offrendo meno pretesti agli utenti per accedere a siti o piattaforme illegali, come avviene invece ancora per cinema e sport. Sul mercato italiano sono attive decine di piattaforme legali di musica con oltre quaranta milioni di brani musicali, dalle ultime novità al catalogo, che consentono ai fan di creare e condividere playlist sui propri account social.

Allo stesso tempo le case discografiche, major e indie, hanno continuato ad investire su artisti emergenti italiani, proiettando nuove star nelle classifiche. Un lavoro, quello svolto dalle label musicali, sempre più complesso e sofisticato, sostenuto da un’attività di scouting che oggi si è ampliata anche all’analisi dei dati e agli insight sulle piattaforme, informazioni preziose per conoscere trend e caratteristiche dei fan che consumano musica nel nostro Paese.



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