Un 2018 per il rilancio del Paese e per forti novità nella formazione
30 anni, fondatore e amministratore di Whoosnap, piattaforma per fotografi e videomaker

Tempo fa istituti di ricerca specializzati nella previsione degli andamenti del mercato, avevano previsto che Symbian sarebbe diventato il sistema operativo per smartphone più diffuso al mondo. I fatti hanno dimostrato tutt’altro.
E’ sempre difficile, se non impossibile, fare previsioni. Ecco perché, forse, è preferibile parlare di aspettative rispetto al futuro, e nello specifico rispetto al 2018. Aspettative, appunto. Coscienti però che queste possano sempre essere tradite dalla realtà dei fatti.Il 2018 sarà anche l’anno delle elezioni politiche, e su questo fronte l’aspettativa più grande è che la prossima legislatura sia fortemente caratterizzata da un approccio al rilancio del Paese basato su un’agenda chiara e puntuale fatta di: giovani, innovazione, tecnologia, ricerca. Sono inoltre convinto che proprio questi elementi saranno nel 2018 decisivi nell’affermazione e consacrazione dei processi di Open Innovation nel nostro Paese. In tale direzione mi aspetto da un lato, che entrino nella quotidianità di ognuno di noi nuove azioni, come il pagare alla cassa con lo smartphone o fare la spesa online, dall’altro che scompaiano definitivamente vecchie procedure come la necessità di essere fisicamente presenti in banca per aprire un conto corrente.
Un’altro grande settore in cui mi aspetto che il 2018 porti importanti novità è quello della formazione. Auspico interventi capaci di favorire un nuovo modello di didattica e l’insegnamento di nuove discipline come informatica ed elettronica sin dalla scuola primaria. Una scuola e un’università capace sempre più di rispondere alle esigenze del mercato.
Va detto che di giovani, innovazione, tecnologia e ricerca si è parlato anche in questi anni. Forse non in modo proprio corretto. Per questo mi aspetto un 2018 in cui ci sia un cambio di narrativa rispetto a certi temi. Auspico che titoli di giornali come “Ricercatore mal pagato in Italia diventa direttore in UK” o simili lascino il posto a storie come “Torno in Italia per lanciare il mio progetto”. Spero che il 2018 sia l’anno in cui le parole innovatori, lavoratori, coraggiosi tornino a descrivere i giovani italiani in Italia.
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