Il 2018, un futuro ricco di potenziale o un declino?

16 anni, vincitore della gara per progetti di esplorazione spaziale di Google 

Il 2018, un futuro ricco di potenziale o un declino?

Di recente, come da sempre oramai, si ripropone la domanda se il periodo stori- co in cui viviamo costituisca effettivamente un periodo di miglioramento dell’uma- nità o un periodo di declino inesorabile. Certo è che dare ragione o torto ad entrambe le parti è difficile poiché molto dipende dal punto di vista, è una faccenda molto personale dipendente dalle parti in gioco.

È indubbio che viviamo in un periodo storico davvero straordinario per quello che è il progresso scientifico. Pensiamo per un momento agli ultimi anni che sono appena passati, pensiamo agli straordinari progressi che la scienza ha fatto. Dalla scoperta delle onde gravitazionali del 2016 che ha rivoluzionato il nostro modo di vedere l’intero universo. A razzi che per la prima volta in assoluto atterrano nuova- mente e vengono rilanciati, abbattendo i costi dell’esplorazione spaziale. Reti Neurali Artificiali in grado di imparare e migliorarsi, organi stampati in 3D e carne “coltivata”. Per non parlare poi della scoperta di migliaia di luoghi nel sistema solare e oltre che rafforzano le nostre speranze di dire: “No, non siamo soli in questo universo”.

Con queste basi, le aspettative per il prossimo 2018 sono molte, non facciamo fatica a immaginare quali progressi scientifici faremo, progressi che cambieranno irreversibilmente il nostro modo di vivere nei prossimi anni.

Con tutte queste prospettive, come si comporta l’umanità davanti al suo mon- do che si trasforma e che potrebbe migliorare? La risposta è in tutte le notizie che ogni giorno continuano a squarciare la vita quotidiana, notizie che ormai ci sembrano indifferenti, tant’è che leggerne è solo quasi un passatempo. Dai modi in cui continuiamo a trattare popolazioni violando diritti umani gongolandoci dei nostri egoismi, talvolta però con le tragiche ritorsioni. Da come ritorniamo alla nostra infanzia in cui giocavamo, a volte rischiando di farci male con nostro fratello o no- stra sorella, solo che stavolta coloro che giocano hanno qualcosa di un po’ più pericoloso tra le mani: un arsenale atomico. Ma allora, la domanda sorge spontanea, perché continuiamo a puntarci missili addosso sapendo che non li lanceremo mai? Le risposte sono tante, certo è che sono un ottimo modo per spostare l’attenzione mediatica da questioni ben più gravi che però vengono fatte passare in secondo piano, nonostante un potenziale impeachment del presidente degli Stati Uniti o tentativi di negare la libertà sul web, la net neutrality ,siano degno di nota. Tutto questo negando una guerra attuale che però non si combatte in campi da battaglia ma a Wall Street o a Piazza Affari, coinvolgendo intere nazioni in quella che oggi è una continua oramai guerra finanziaria, soprattutto tra paesi del “primo mon- do” poiché abbiamo già dissanguato quelli del terzo.

Nel 2018 probabilmente tutto questo continuerà perchè nonostante tutto il ve- ro e proprio potere materiale sia nelle mani della maggioranza (che tutt’ora è il popolo) non facciamo nulla per impedire tali situazioni. Ed in tanto del nostro egoismo sfrenato chi ne soffre? Ma il nostro mondo ovviamente. Un mondo che ogni giorno di più ci sta dicendo che non può andare oltre se continuiamo così, un mondo che solo l’anno scorso non è bastato a soddisfare tutta la brama di ricchezza che avevamo, abbiamo consumato più di quanto esso abbia avuto il tempo di produrre in appena otto mesi. Cosa che l’anno prossimo, e gli anni a venire si continuerà a ripetere.

Tutto questo fino a quando l’ecosistema non collasserà, solo allora quando tutto sarà irrimediabilmente compromesso e tutti noi, dai ricchi ai poveri, dai delinquenti agli onesti, dai capi di stato ai contadini, saremo irreversibilmente condannati. Apparentemente però questo non vuole essere compreso da nessuno, o non da molti comunque. Questo perchè in fin dei conti, noi italiani, siamo sul piatto ricco della bilancia chiamata globalizzazione, e non sul piatto povero. Finchè possiamo pensare ai nostri interessi ed il mondo attorno a noi più di tanto non è cambiato, facciamo solo finta di non vedere e di non sapere che esista. E ogni giorno la scienza e la tecnologia provano a trovare soluzioni a quelli che sono problemi che noi ci siamo creati e per cui spendiamo miliardi di euro ogni anno.

Possiamo tornare ancora indietro, possiamo ancora lavorare perchè il 2018 sia appena un pò migliore del 2017, ma la vera domanda è, siamo disposti a mettere da parte il nostro egoismo?



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