Questa mappa è il certificato di nascita dell'America

Il 13 dicembre una sua copia verrà messa all'asta, si tratta dell'Universalis Cosmographia di Martin Waldseemueller

Questa mappa è il certificato di nascita dell'America

Christie’s, una delle case d’asta più famose del mondo, ha annunciato di avere tra le mani una copia di una mappa che è stata realizzata ben 510 anni fa. E non si tratta di una mappa qualsiasi ma di un esemplare del “certificato di nascita dell’America”, ovvero l’Universalis Cosmographia di Martin Waldseemueller. Un documento importantissimo dove compare, per la primissima volta, la scritta “America”, coniata dal cartografo tedesco in onore di Amerigo Vespucci e delle sue scoperte.

Un omaggio di cui il diretto interessato era rimasto all’oscuro e che fu suggerito da un collaboratore di Waldseemueller, il poeta Matthias Ringmann. Sette lettere per poter identificare quelle terre che non erano appartenenti all’Asia, come credeva anche Cristoforo Colombo, ma che rappresentavano qualcosa di diverso, ancora sconosciuto al mondo di allora. Una nuova terra d’opportunità e ricchezze.

Questa mappa è il certificato di nascita dell'America

Chi la comprerà? La Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d’America acquistò nel 2003 una versione dello stesso documento, perfetta per essere appesa in una delle pareti storiche dell’edificio, sborsando circa 10 milioni di dollari. Altre 4 copie della mappa sono conservate in giro per il mondo tra musei e collezioni private. Quest’ultimo ritrovamento, invece, verrà messo all’asta il 13 dicembre, a Londra, per una cifra di partenza che oscilla tra 788mila e 1,2 milioni di dollari.

La mappa è la prima a riprodurre l’America del Nord e l’America del sud come due territori separati e a rappresentare l’Oceano Pacifico in una maniera chiara e distinta. Secondo Julian Wilson, esperto di Christie’s, è stata progettata per essere ritagliata e incollata intorno a una struttura di legno e diventare così un vero mappamondo. Fu completata nel 1507, la prima pietra miliare di una storia lunga già cinque secoli.



Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it