Urbano Monte, cartografo e geografo milanese, pubblicò nel 1587 quella che viene considerata la più grande mappa del mondo realizzata nel sedicesimo secolo. Un planisfero composto da 60 pagine, tre metri per tre, con annesso un manuale d’istruzioni per realizzarlo. Le pagine, disegnate e acquerellate a mano, sono ricche di elementi descrittivi.
Uomini ma anche animali. Reali e fantastici, come unicorni e grifoni. Nel 2017, uno dei due esemplari arrivati fino ai giorni nostri, fu comprato dal David Rumsey Map Center, la sezione che l’Università di Stanford ha dedicato alla cartografia e alle mappe. Il centro ha digitalizzato il materiale riportando l’opera ai fasti del passato e pubblicando un video di come sarebbe dovuto essere secondo i desideri del suo autore.
Monte, a differenza di molti suoi colleghi, decise infatti di riunire insieme tutte le informazioni che aveva in suo possesso, offrendo ai lettori il quadro delle fonti allora disponibili, pubblicate poi in un’opera in quattro volumi dal titolo Trattato universale. Descrittione et sito de tutta la Terra sin qui conosciuta.
Le caratteristiche del planisfero
Quella che fu realizzata da Monte non era una semplice mappa. In unico documento convivevano scienza, arte e Storia. Il cartografo italiano volle raffigurare, oltre a personaggi illustri, animali e territori, anche altri elementi della vita quotidiana come ad esempio le abitudini specifiche delle varie regioni.
Una tavola, invece, era dedicata interamente al montaggio. L’intera mappa doveva essere fissata su un pannello di legno che permettesse un movimento rotatorio su un perno centrale che doveva passare per il Polo Nord. In questo modo il fruitore avrebbe guardato l’intero pianeta dall’alto oltre ad aver davanti agli occhi la conferma della sfericità della Terra.
Chi era Urbano Monte
Di nobile famiglia, gentiluomo, intellettuale, Urbano Monte (1544-1613) dedicò gran parte della vita a mettere insieme la storia della sua famiglia e della sua città, Milano, dal 1386, l’anno di inizio di costruzione del Duomo, al 1587. Uno studio che diventò una cronaca manoscritta in quattro volumi: Delle cose più notabili successe nella città di Milano.
L’ultimo, in particolare, contiene il racconto della spedizione arrivata dal Giappone per omaggiare il Papa. La prima di cui si ha traccia dallo stato nipponico. Nel 1589, grazie alle informazioni raccolte, Monte pubblicò una carta geografica dal titolo Descrittione e sito del Giapone. Fu sepolto nella cappella di famiglia all’interno della chiesa di Santa Maria de’ Servi, oggi San Carlo al Corso.