Tutti noi, almeno una volta nella vita, ci siamo sdraiati per contemplare lo spettacolo del cielo notturno. Ma se avessimo avuto la possibilità di ribaltare lo sguardo, osservando la Terra dallo spazio, avremmo avuto davanti agli occhi un panorama altrettanto affascinante. Non stelle, certo, ma luci. Luci artificiali. Una delle prove più evidenti dell’insediamento umano sul pianeta. La materia di studio di un team del Goddard Space Flight Center della NASA che, negli anni, ha sviluppato complessi algoritmi per riprodurne la bellezza, e l'utilità, su mappe sempre più dettagliate e frequenti.
Le nuove mappe della Terra artificialmente illuminata
Le ultime versioni di queste cartine celesti sono state rilasciate nel 2016. Sono il frutto di alcuni progressi tecnologici ottenuti grazie ad un satellite, Suomi-NPP, lanciato nel 2011, e a uno strumento in particolare, il Visible Infrared Imaging Radiometer Suite (VIIRS), capace di rilevare i fotoni di luce riflessa dalla superficie terrestre e dall'atmosfera in 22 lunghezze d'onda diverse. Suomi NPP, ogni giorno, tra l’una e l’una e mezza del mattino, si rivolge al pianeta seguendo “strisce” verticali di tremila chilometri. Da un polo all'altro. Il risultato del suo lavoro è diventato, recentemente, un video pubblicato su youtube.
Le rilevazioni del satellite hanno permesso al team della NASA, guidato dallo scienziato Miguel Romàn, di esaminare le modalità con cui la luce viene irradiata, sparsa e riflessa dalle superfici terrestri, atmosferiche e oceaniche. “Per realizzare un prodotto il più possibile completo ed accurato” sottolinea l’Agenzia Spaziale Italiana, “il team della NASA ha anche tenuto conto dei fattori che possono incidere sul monitoraggio della luminosità, come le fasi lunari e i cambiamenti stagionali nella vegetazione e nelle coperture glaciali e nevose”.
Le mappe prodotte grazie a VIIRS hanno anche applicazioni pratiche di grande rilevanza. Come spiega Romàn: “Siamo in grado di osservare fluttuazioni di luce determinate da tempeste, terremoti, guerre”. Nello scorso settembre, ad esempio, VIIRS è riuscita a individuare le interruzioni di energia causate dal passaggio dell’uragano Matthew che ha colpito il nord-est dei Caraibi e alcuni stati americani. I dati raccolti hanno avuto un ruolo importante nella gestione delle emergenze monitorando alcuni danni specifici causati dall'uragano e aiutando nelle scelte da prendere per la sicurezza di milioni di persone.
Le sperimentazioni tra guerra e scienza
Le applicazioni future, del resto, sono numerosissime. E alcune sperimentazioni sono già iniziate. Una squadra delle Nazioni Unite, ad esempio, sta utilizzando questi dati, in maniera preliminare, per controllare gli effetti della guerra sulla potenza elettrica e il movimento delle popolazioni sfollate in Siria. Alcuni scienziati che operano in Porto Rico, invece, stanno lavorando sulle rilevazioni notturne per provare a capire come ridurre l'inquinamento luminoso del Paese. Un modo concreto per proteggere le foreste tropicali e le aree costiere minacciate dalle attività umane. Secondo Romàn: "possiamo già monitorare attività umane ricorrenti come le festività più importanti e le migrazioni stagionali”. Ma anche le attività meno lecite come la pesca non regolamentata nelle aree marine protette. Tutto dallo spazio, di notte, quasi in tempo reale.